L’importo dell’Assegno Unico può aumentare anche al di là delle maggiorazioni previste per le varie situazioni particolari: cosa fare.
Secondo l’attuale normativa, l’Assegno Unico Universale (AUU) è concesso per ogni figlio minorenne a carico e fino ai ventuno anni ed è garantito a tutte le famiglie (con figli a carico, ovviamente). Inoltre, la misura è riconosciuta anche per figli con disabilità senza limiti di età. Il sostegno economico prevede alcune maggiorazioni per i figli affetti da disabilità e quelli di età inferiore a un anno, i nuclei numerosi e le madri con età inferiore a ventuno anni.
Non è esclusa, in altri casi svincolati dalle situazioni appena citate, la possibilità di aumentare l’importo dell’Assegno Unico Universale. L’incremento del sostegno finanziario è infatti previsto per legge laddove si configurino situazioni relative a significativi cambiamenti nella condizione economica del nucleo familiare. Se un genitore ha perso il proprio lavoro, se la famiglia si è allargata o se è uscita una fonte reddito, è possibile farlo presente all’INPS per ottenere un aggiornamento dell’assegno.
Come molte altre prestazioni fornite dall’INPS, anche l’Assegno Unico si calcola in base all’ISEE, ovvero all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Tale strumento è usato come criterio principale per gestire l’accesso ai benefici dedicati alle famiglie. Anche se, in teoria, è possibile richiedere l’Assegno Unico anche senza presentare un ISEE.
Essendo un sostegno “universale”, l’Assegno Unico spetta infatti per definizione a tutte le famiglie con figli a carico. Anche a quelle con un reddito alto. In questo caso bisogna considerare solo i requisiti anagrafici dei figli: la famiglia richiedente deve presentare la domanda per ottenere l’aiuto a partire dal settimo mese di gravidanza fino al ventunesimo anno di età. Ma senza ISEE, ovviamente, si applicano gli importi minimi previsti dalla normativa. Per un solo figlio, spettano 54,1 euro al mese. Con due figli, l’importo raddoppia: l’assegno diventa di 108,2 euro al mese.
Nel 2024, l’importo massimo per figlio previsto per l’AUU è di 189,2 euro. Per le famiglie con un ISEE basso (fino a 17.090 euro l’anno) l’assegno previsto per figlio è invece pari a 199,4 euro. In questo senso l’ISEE è fondamentale per far aumentare l’importo dell’Assegno Unico. Riflettendo la situazione economica di una famiglia (considerando redditi e patrimoni relativi ai due anni precedenti), l’indicatore è la rappresentazione fiscale delle esigenze dei richiedenti.
Proprio in questo senso, laddove si sia verificato un deterioramento delle condizioni economiche o patrimoniali del nucleo familiare, si può chiedere un ISEE aggiornato. Si tratta di un documento noto come ISEE corrente. E se l’indicatore corrente rappresenta una situazione economica peggiore rispetto all’ISEE ordinario, è molto probabile che si possa far aumentare l’importo dell’AUU.
L’effetto dell’ISEE corrente è immediato: basta dunque aggiornare sul portale dell’INPS il proprio indicatore per poter poi presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) tramite il sito dell’INPS in modalità precompilata o attraverso un CAF o un patronato. Senza ISEE corrente, bisogna aspettare due anni prima che l’ISEE ordinario rappresenti la nuova situazione economica e dia diritto a importi più alti.