Assegno unico universale bloccato dall’INPS? La procedura ad hoc da sfruttare subito per reagire a tale circostanza.
L’assegno unico universale è un aiuto economico concesso alle famiglie con figli a carico in base all’ISEE e all’ampiezza della prole. Il contributo, dai 57 ai 170 euro circa a figlio, è rivolto sia ai minorenni sia ai maggiorenni. Per legge è concesso per ogni figlio minorenne, per i nuovi nati a partire dal settimo mese di gravidanza e per i figli maggiorenni fino al compimento dei ventuno anni. Un’eccezione riguarda i figli con disabilità, per i quali non esistono limiti di età.
Ci sono casi in cui il pagamento dell’assegno unico potrebbe essere sospeso o bloccato. Ciò dipende il più delle volte da un problema sorto con il rispetto dei requisiti o l’applicazione delle regole della misura. Una delle fattispecie più comuni riguarda la presenza di errori nella domanda. Se l’INPS si accorge di errori od omissioni nella richiesta (dati anagrafici errati, documentazione mancante, informazioni false o incomplete sul reddito), arriverà il blocco dell’assegno fino a quando non verranno forniti i chiarimenti necessari.
L’altro caso riguarda i requisiti non più soddisfatti. I titoli iniziali per l’assegno unico possono in effetti non essere più soddisfatti con il compimento della maggiore età del figlio. La norma stabilisce infatti che l’assegno unico venga concesso ai figli maggiorenni solo in base a determinate circostanze. Senza aderenza a tali criteri, l’assegno unico può essere quindi sospeso o bloccato.
La legge stabilisce che l’assegno unico può continuare a essere erogato fino ai ventuno anni ma solo se vengono soddisfatti alcuni requisiti specifici. Il figlio maggiorenne deve soddisfare almeno una di varie condizioni. Deve frequentare l’università, un corso di formazione scolastica o professionale, svolgere un tirocinio o un’attività lavorativa (con un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui), essere disoccupato ma iscritto a un centro per l’impiego.
In caso di blocco dell’assegno, la famiglia dovrà dunque dimostrare che il maggiorenne rispetta almeno una delle citate condizioni. Per questo è necessario integrare la domanda già presentata all’INPS con una dichiarazione di rispetto dei requisiti. Lo si può fare senza problemi online, tramite il portale dell’istituto nazionale di previdenza sociale.
La dichiarazione può partire anche dal figlio ormai maggiorenne: egli stesso può insomma presentare una nuova domanda in prima persona, che sostituisce quella presentata dai genitori. Bisogna però fare attenzione alle scadenze: le variazioni devono essere effettuate entro il 28 febbraio dell’anno successivo al cambiamento.
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