ROMA – Alla fine anni di tam-tam sui social e petizioni come quella sulla piattaforma su Change.org potrebbero permettere all’Italia di adeguarsi a gran parte dell’Europa sull’Iva sugli assorbenti. Il Pd sta infatti per presentare un progetto di legge che prevede di abbassare la tassazione dall’attuale 22% al 5%.
“La tassazione al 22% è una discriminazione di genere”, spiega la prima firmataria della proposta di legge “Non tampon tax”, la deputata del Pd Enza Bruno Bossio, che ricorda: “L’Iva su un rasoio da barba è fissata al 4%. Per gli assorbenti invece è al 22. È un’evidente discriminazione. Per questo la nostra è anche una battaglia di genere”.
Come ricorda Repubblica, ogni donna nella vita consuma almeno 12mila assorbenti, è stato calcolato. Ma in Italia questi prodotti, così come i pannolini per bambini, vengono tassati come beni di lusso e non di prima necessità. Un assurdo se si pensa che prodotti non proprio popolari come il tartufo vengono tassati al 5%. “Questa tassa produce un costo – dice la deputata – ma anche un rischio per la salute perché per risparmiare magari si comprano prodotti meno buoni”.
In Europa e nel resto del mondo alcuni Paesi come Irlanda e Canada non tassano proprio gli assorbenti, che in Scozia vengono addirittura distribuiti gratuitamente. Spagna, Belgio, Inghilterra e Francia applicano invece un’Iva ridotta, seguendo la direttiva del Consiglio europeo del novembre 2006 che recita: “I prodotti di protezione per l’igiene femminile possono essere assoggettati alle aliquote ridotte”.
La proposta di ridurre l’aliquota era già stata avanzata nel 2016 da Pippo Civati, sull’onda di alcune prese di posizione del presidente americano Barack Obama e di alcuni video diffusi sul web. Intanto la petizione su Change.org “le mestruazioni non si tassano” ha raccolto oltre 170mila adesioni.