Bot e Ctz, tutti collocati, bassi rendimenti: Monti vince la sfida

ROMA – Monti ha superato la prima vera prova del fuoco del suo governo: l’asta sui titoli di Stato è andata bene, ottima raccolta e rendimenti molto più bassi, specie se confrontati con l’ultima collocazione del Tesoro con Berlusconi presidente del Consiglio. Nonostante la preoccupazione iniziali per lo spread con i titoli tedeschi rimasti ancora stamattina sui livelli di guardia (appena sotto i 500 punti) le performance di Bot a sei mesi e Ctz annuali  sono più che incoraggianti.

Il tesoro ha assegnato tutti i nove miliardi di Bot a 6 mesi messi in asta oggi registrando, oltre al netto ribasso dei tassi al 3,251%, una buona domanda: il rapporto Bid-to-cover è infatti salito a 1,7 da 1,4 del collocamento di novembre. I Ctz scadenza 2013 sono riusciti a strappare un netto calo dei rendimenti: 4,853% contro il 7,814% di fine novembre. Nell’asta Ctz sono stati assegnati 1,733 miliardi, un importo che si colloca nella parte bassa della forchetta di 1,5-2,5 miliardi, ma la domanda ha evidenziato una netta crescita con un rapporto bid-to cover in rialzo a 2,24 da 1,59 di novembre.

Milano guida il rialzo delle borse europee, che hanno girato in positivo dopo l’asta dei Bot. A Piazza Affari il Ftse Mib guadagna l’1,23%, bene anche Parigi (+0,52%) e Londra (+0,48%) mentre fatica Francoforte (-0,41%).

La due giorni di aste dei titoli di stato italiani è iniziata quindi nel migliore dei modi: entro domani devono essere collocati 20 miliardi. Un assaggio della massiccia emissione di bond italiani che nel 2012 sarà di altri 356 miliardi. Si tratta della prima asta dopo i provvedimenti del nuovo esecutivo e dopo i record storici segnati prima dell’addio del governo Berlusconi.

L’asta è un test anche per le misure varate dalla Bce con l’immissione di un fiume di liquidità per le banche europee. Le quali, al momento, preferiscono parcheggiare liquidità a brevissimo termine nella stessa Bce, utilizzando il deposit facility. Parliamo di 411 miliardi di euro, un record, che molti analisti americani vedono come il segno del fallimento dell’intervento della Banca centrale europea e i meno pessimisti come una pausa di riflessione in attesa di capire come impiegare la liquidità nel prossimo anno.

In offerta agli investitori domani, invece, ci sarà “carta’ italiana a medio e lungo termine”. Il Tesoro venderà la terza tranche del Btp 15 novembre 2014, offerto fra due e tre miliardi, e la nona del decennale marzo 2022 (1,5-2,5 miliardi) insieme alla quindicesima riapertura del settembre 2021 (1-2 miliardi) e all’undicesima tranche del CctEU aprile 2018 (500 milioni-un miliardo).

Gestione cookie