ROMA – Atlantia, con l’acquisizione della società spagnola Abertis, realizzata assieme alle società ACS ed Hochtief, diventa un leader globale in un settore chiave come quello delle infrastrutture.
Una operazione, quella dell’acquisizione della società spagnola, fortemente voluta dall’Ad di Atlantia Giovanni Castellucci, supportata dallo scomparso Gilberto Benetton e messa a punto grazie all’intesa raggiunta con Florentino Perez.
L’assemblea degli azionisti di Abertis ha approvato la nomina di cinque amministratori Jose Aljaro, Carlo Bertazzo, Giovanni Castellucci, Marcelino Fernandez Verdes e Pedro Lopez Jimenez ed ha eletto Marcelino Fernandez Verdes quale Presidente e Jose Aljaro quale nuovo CEO del Gruppo.
L’ingresso del CEO di Atlantia Giovanni Catellucci nel Board, che effettivo dal 10 dicembre, vuole replicare quanto già fatto con l’ingresso in Aeroporti di Roma, dove il manager ha portato avanti la cosiddetta “cura Atlantia”, incentrata su un mix di investimenti, attenzione al cliente, internalizzazione dei servizi e ottimizzazione dell’operatività dello scalo giunto in 5 anni ai vertici delle classifiche internazionali sul gradimento dei servizi aeroportuali.
Un leader globale Made in Italy. L’acquisizione di Abertis da parte di Atlantia (50% + 1 azione) rappresenta la più importante operazione di crescita globale di un’azienda italiana negli ultimi 10 anni, in controtendenza rispetto a quanto avviene sui mercati internazionali. Atlantia è oggi l’unico gruppo italiano che ha conquistato la leadership globale in un settore strategico, primo nelle autostrade con una presenza articolata in 16 Paesi Paesi (Italia, Spagna, Francia, UK, Irlanda, Ungheria, Croazia, Polonia, Usa, Canada, Portorico, Colombia, Brasile, Cile, Argentina, India), ma vanta anche importanti asset aeroportuali, come gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino in Italia ed i tre scali di Nizza, Cannes-Mandelieu e Saint Tropez in Francia con oltre 60 milioni di passeggeri complessivi l’anno. Un gruppo che conta ben 32 mila dipendenti complessivi e gestisce 14.000 chilometri di autostrade a pedaggio, oltre agli scali aeroportuali. Oggi gestisce in Spagna 1800 chilometri di autostrade, pari al 70% della rete, in Francia oltre 2000 chilometri di strade a pedaggio con Sanef e altri partner, più del 25% del totale di strade a pedaggio nel Paese, in Brasile il 17% del mercato complessivo con 9 concessioni di strade a pedaggio per un totale di 3250 chilometri ed in Cile sono 4 le principali arterie di accesso alla Capitale del Paese gestite dal Gruppo con l’obiettivo di divenire il maggiore operatore autostradale per volumi di traffico.
Nel futuro prospettive di crescita della rete e dell’occupazione La “nuova Atlantia” punta a gestire il mercato della mobilità delle megalopoli del mondo, come già sta facendo con il modello Santiago del Cile, dove è leader di mercato e dove la tecnologia digitale ha ottimizzato la rete infrastrutturale. Con i due colossi ACS e Hochtief oggi il gruppo è in grado di aggredire nuovi mercati è guarda con particolare interesse a USA, Germania, Canada e India. Il primo target possibile è negli Stati Uniti, con la concessione autostradale di Madison nel Maryland. Si tratta di un tender di 8 miliardi di dollari di importo complessivo che partirà con la richiesta di prequalifica nel primo trimestre del 2019 e sarà il primo banco di prova della corazzata globale guidata da Altantia con Abertis e ACS. E’ prevista, inoltre, l’integrazione operativa degli asset presenti tra Brasile e Cile. Negli ultimi 10 anni il Gruppo ha realizzato una crescita occupazionale pari a +40% che intende portare avanti. La crescita è favorita dall’internazionalizzazione ed anche dal miglioramento continuo dei servizi al cliente. Una vocazione che il gruppo conta di portare avanti anche con la strategia futura.