Il Governo ha parlato di un importante aumento della spesa, ma il finanziamento appare comunque inferiore alle attese.
Tra le misure previste nella nuova Legge di Bilancio c’è il discusso finanziamento aggiuntivo del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Un aumento della spesa che, secondo gli analisti, apparirebbe però parecchio inferiore alle attese e alle necessità del sistema. Le risorse stanziate sono forse diverse da quelle annunciate? La percentuale reale dell’aumento, secondo il Documento programmatico di bilancio, è pari allo 0,04% del PIL. Ovvero poco meno di 900.000 euro. Dal Governo sono arrivati tuttavia altri numeri: 2,37 miliardi per il 2025 e 4,12 miliardi per il 2026…
Sappiamo che i fondi aggiuntivi dovrebbero servire a finanziare gli aumenti retributivi del personale. E dai dati già presentati sembra che la misura, al lordo, richiederà circa 1,2 miliardi di nuove risorse. Sommando questa cifra a quanto già stanziato per il 2025 dalla scorsa Legge di Bilancio, nel prossimo anno il Fondo sanitario nazionale accoglierà dunque i circa 2,3 miliardi evocati dall’esecutivo. Un aumento che, in ogni caso, non sembra una risposta così adeguata per risolvere il problema del sottofinanziamento della sanità pubblica Italiana.
Secondo il più recente report stilato dall’OCSE sulla spesa sanitaria, nel 2022 gli stanziamenti per il SSN si attestavano al 6,8% del PIL, un dato leggermente inferiore rispetto alla media dei Paesi europei. Le tre nazioni dell’UE con una spesa sanitaria più alta sono la Germania, con il 10,9% del PIL, la Francia, con il 10,3%, e la Svezia, con il 9,2%. Mentre i Paesi con la spesa più bassa sono il Lussemburgo (4,7%), l’Irlanda (4,7%) e l’Ungheria (4,9%).
Ma oggi la spesa italiana è scesa anche al di sotto di quel dato. È al 6,4% del PIL: il punto storicamente più basso lambito negli ultimi vent’anni. E no, non sembra affatto un valore adatto per risollevare un SSN in crisi… I dati parlano chiaro. Secondo il rapporto GIMBE del 2024, 4,5 milioni di italiani hanno rinunciato alle cure a causa di tempi di attesa troppo lunghi e della mancanza di risorse adeguate.
L’aumento della spesa che non risolve il problema della sanità italiana
Inoltre, il 52% degli italiani ha dichiarato di non essere soddisfatto del SSN: la sfiducia è in costante crescita. E la colpa è appunto dei problemi strutturali che affliggono la sanità italiana, come la carenza di personale, le strutture troppo vecchie e le interminabili liste d’attesa. Insomma, anche se il Governo ha stanziato fondi aggiuntivi per il SSN, la situazione resta davvero critica.
Il fabbisogno sanitario nazionale standard in Italia, che rappresenta il livello complessivo di risorse che il sistema necessita ogni anno, viene determinato dallo Stato tenendo conto del quadro macroeconomico generale e degli obblighi finanziari del Paese verso l’UE. L’obiettivo principale è quello di garantire che i livelli essenziali di assistenza (LEA) siano erogati in modo efficiente e appropriato…
Il finanziamento del SSN segue i procedimenti dettati dal D.Lgs. 56/2000, che ha previsto un piano basato sulla capacità fiscale regionale (poi corretto da alcune misure perequative), e risorse recuperate dall’IRAP, dall’IRPEF e in parte dall’IVA. L’esecutivo dice di aver investito cifre record. Ma in rapporto al PIL, come abbiamo visto, la spesa è vicina ai minimi degli ultimi vent’anni.
Il tango delle mistificazioni
“Se le cifre per la sanità riportate nelle tabelle della manovra dovessero essere confermate, siamo di fronte a una scandalosa mistificazione“, ha dichiarato il segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri, Pierino Di Silverio.
Secondo Giorgia Meloni, le critiche sono strumentali. La legge di Bilancio approvata il 15 ottobre dal suo Governo avrebbe infatti stanziato 6,4 miliardi di euro aggiuntivi per la sanità in due anni. Cioè 2,37 miliardi nel 2025 e 4,12 miliardi nel 2026. E, a detta della presidente del Consiglio, saremmo di fronte al “record della storia d’Italia per il Fondo sanitario nazionale: 136,48 miliardi nel 2025 e 140,6 miliardi nel 2026… Questi i numeri. Il resto sono mistificazioni“, questo ha detto Meloni su X.
Ma alle cifre per la sanità rivendicate dalla Meloni si arriva considerando non soltanto i soldi stanziati dalla nuova legge di Bilancio (i 900.000 euro di cui abbiamo parlato) ma anche tutti quelli già messi in conto da provvedimenti precedenti. Con la nuova legge di Bilancio, la percentuale degli stanziamenti per la sanità in rapporto al PIL non aumenterà rispetto alla percentuale registrata nel 2024. Lo ha confermato pure il ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti: “Manteniamo invariata la percentuale rispetto al PIL“.