Auto, mercato ancora in calo: niente ripresa nel 2013

Auto, mercato ancora in calo: niente ripresa nel 2013
Auto, mercato ancora in calo: niente ripresa nel 2013

ROMA – Mercato dell’auto in Italia ancora in crisi nel 2013: ad ottobre il settore ha registrato ancora un segno meno, con un calo del 5,58% nelle vetture immatricolate rispetto all’anno prima.

Sui 10 mesi le immatricolazioni hanno segnato una flessione dell’8,02%. In calo ad ottobre rispetto all’ottobre del 2012 anche i trasferimenti di proprietà delle auto usate che sono diminuiti del 2,27%.

In linea con l’andamento al ribasso del mercato anche il Gruppo Fiat che ha immatricolato ad ottobre 31.173 nuove vetture con un calo dell’8,7% rispetto ad un anno fa e una quota di mercato pari al 28,12%. Fa meglio del mercato, invece, il marchio Fiat che contiene le perdite al 4,7% e incrementa la propria quota al 21,4%.

Con la flessione di ottobre, rileva il Centro Studi Promotor, ”svanisce la prospettiva di una ripresina del mercato dell’auto italiano già nel 2013, prospettiva legata a un analogo recupero del quadro economico generale, che non c’è stato”.

Il governo ”ha presentato una legge di stabilità che non è in grado di dare impulso ad una ripresa’‘, prosegue il Csp che ritiene un passo avanti la consulta sull’auto istituita dal ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, anche se ”i tempi non sono coerenti con la gravità della situazione”.

Sulla consulta ripone aspettative l’Unrae (l’associazione delle case estere), auspicando che ”sia in grado, grazie a risorse adeguate, di intervenire sui costi di gestione e sui carichi fiscali che gravano sul settore, e quindi attivare l’inversione del trend negativo che ci accompagna da 41 mesi”. Nel 2013 intanto, evidenzia l’associazione delle case estere, le immatricolazioni si fermeranno ”poco al di sotto di 1,3 milioni di unità, oltre il 7% il meno dello scorso anno, riportandoci sui livelli del 1978-1979”.

Il volume di vendite stimato per l’anno in corso, ritiene dal canto suo Federauto, ”non rende giustizia alla realtà delle cose: il mercato italiano dovrebbe esprimere circa 2.000.000 di pezzi, quindi mancano all’appello oltre 700mila immatricolazioni rispetto alla media degli ultimi 5 anni. In altri termini stiamo performando il 35% in meno rispetto a quanto la filiera, che dà lavoro a 1,2 milioni di persone, necessita per sopravvivere”. ‘

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