Autostrade, 7,5 mld e 1000 assunzioni per evitare revoca concessione

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Gennaio 2020 - 10:26 OLTRE 6 MESI FA
Autostrade per l'Italia, 7,5 mld e 1000 assunzioni per evitare revoca concessione

Autostrade, 7,5 mld e 1000 assunzioni per evitare revoca concessione (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Investimenti triplicati (7,5 miliardi di euro) e manutenzione rafforzata, piano da 1.000 assunzioni, monitoraggio in tempo reale di ponti e viadotti. Autostrade per l’Italia prova a riconquistare la fiducia persa negli ultimi mesi e a salvare la propria concessione per la gestione delle tratte autostradali.

A proposito della concessione, una decisione non è ancora stata presa dal governo, tanto che la relazione finale è ancora in fase di ultimazione sulla scrivania della ministra Paola De Micheli: serve tempo perché, spiega, si stanno valutando a fondo anche le conseguenze di qualunque decisione. Il premier Giuseppe Conte assicura comunque che “siamo in dirittura finale”: il dossier sarà portato in consiglio dei ministri “quando saremo pronti”. Quindi non domani, riunione che infatti non ha l’argomento all’ordine del giorno.

Il nuovo piano di Autostrade per l’Italia.

Il nuovo piano, approvato oggi in Cda, mette in campo 7,5 miliardi di euro tra investimenti (5,4 miliardi dai 2,1 del quadriennio precedente) e manutenzioni (il crescita del 40% a 1,6 miliardi, in linea con le interlocuzioni con il Ministero delle infrastrutture) nel quadriennio 2020-23. Stella polare della strategia definita dall’a.d. Roberto Tomasi è la sicurezza, per la quale è previsto un programma di 1.000 assunzioni. Le attività in cantiere sono infatti tante e vanno dall’ammodernamento della rete alla digitalizzazione (con sensori e droni per controllare ponti e viadotti, ma anche con il 5G) fino alla mobilità sostenibile (con colonnine e azioni di rimboschimento).

La norma delle concessioni inserita nel Milleproproroghe.

Intanto si fa ancora più acceso il dibattito sulla norma sulle concessioni inserita nel Milleproroghe, che in caso di revoca passa temporaneamente la gestione all’Anas e taglia da 23 a 7 miliardi stimati l’indennizzo da riconoscere alla società.

Norma contro la quale scendono in campo anche gli investitori esteri, che chiedono l’intervento di Bruxelles. Il colosso assicurativo tedesco Allianz, tra i soci internazionali di Autostrade per l’Italia, ha presentato alla Commissione Europea un esposto, che arriva dopo le missive inviate in questi giorni da Aspi e Atlantia e da altri soci delle due società come il fondo sovrano di Singapore Gic e il fondo cinese Silk Road Fund.

Torna a scagliarsi contro il contestato articolo 35 anche l’associazione dei concessionari autostradali Aiscat, che parla di azioni del Governo “non coerenti con il dettato comunitario” e per avvalorare la propria testi porta in audizione alle commissioni della Camera anche un costituzionalista, il professore della Sapienza Massimo Luciani, che rileva “dubbi di legittimità costituzionale tanto formali quanto sostanziali”.

Rassicura sul rispetto della Carta la ministra De Micheli, che smentisce che la norma violi i patti e che dietro ci sia una “volontà espropriativa”: c’era una situazione “totalmente sbilanciata”, con una “situazione di privilegio attribuita per legge ad alcuni concessionari” e il decreto intende ristabilire il “giusto equilibrio tra l’interesse pubblico e quello privato”. “Al di là della decisione finale del Governo sulla questione puntuale di Aspi, l’analisi di quello che è accaduto in questi anni ci obbliga ad una riflessione”, è il pensiero della ministra, che non apre a passi indietro e anzi chiarisce che per la gestione provvisoria che verrà affidata ad Anas arriverà un decreto ministeriale ad hoc.

La società stradale del Gruppo Fs, intanto, si prepara ad assolvere il proprio ruolo nel caso la revoca di Aspi diventi realtà: “Siamo in grado di affrontare qualsiasi compito richiesto dal Governo”, assicura l’a.d. Massimo Simonini, che sta potenziando l’azienda anche con un corposo piano di assunzioni (280 formalizzate a gennaio e altre 900 entro l’anno) e che si prepara a ‘testare’ la nuova norma con l’arrivo – annunciato dalla ministra De Micheli – della Sat e della Ragusa-Catania.

Tomasi: “Senza le concessioni Aspi andrà in default”.

“Senza le concessioni e con l’indennizzo previsto dal decreto Milleproroghe l’azienda andrà in default”. Lo dice, in un’ intervista a ‘La Repubblica’, l’amministratore delegato di Autostrade, Roberto Tomasi, dopo che il consiglio di amministrazione della società ha dato ieri il via libera alle linee del piano strategico 2020-2023 di “trasformazione dell’azienda” con un piano di mille assunzioni e 7,5 miliardi di investimenti.

Sul fatto che le agenzie internazionali di rating valutano già l’affidabilità sul debito di autostrade come junk, spazzatura, Tomasi mostra la sua “preoccupazione per il futuro dei settemila dipendenti dell’azienda che lavorano con dedizione e per la possibilità di essere una risorsa per questo Paese”.

“Nonostante tutti gli sforzi che stiamo facendo – aggiunge – non sarà semplice recuperare i downgrading finanziari. Penso che non sempre ci sia consapevolezza della complessità di questa società e del Gruppo Atlantia, delle implicazioni sociali e degli impatti che un’eventuale revoca potrebbe comportare”.

Sui report truccati, ammette: “Una vicenda deprecabile. Siamo intervenuti rimuovendo i responsabili”. “Sull’entità della riduzione dei pedaggi – spiega quindi – valuterà Atlantia. Per la manutenzione vogliamo spendere il 40 per cento in più”.

Rivolgendosi al governo, Tomasi sottolinea più volte che “serve pacificazione” e infine, sulla sicurezza, afferma di poterla garantire: “Sì. Ciò non vuol dire che non dobbiamo continuare a lavorare sulla manutenzione e sui controlli. Le attività di controllo svolte da enti terzi dimostrano che i ponti e i viadotti della nostra rete sono sicuri al 100%”. (Fonti: Ansa e La Repubblica).