Autostrade, nuovi aumenti dei pedaggi: “Fino al 9%. Roma-Pescara la più cara”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Dicembre 2014 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA
Autostrade, nuovi aumenti dei pedaggi: “Fino al 9%. Roma-Pescara la più cara”

Autostrade, nuovi aumenti dei pedaggi: “Fino al 9%. Roma-Pescara la più cara”

ROMA – Pedaggi autostradali verso un nuovo aumento. Forse persino del 9%. Con il tratto Roma-Pescara che potrebbe aggiudicarsi i rincari più alti. La notizia arriva da Sergio Rizzo del Corriere della Sera che cita una misura inserita la vigilia di Natale nel decreto Milleproroghe.

La richiesta di aumentare i pedaggi è stata fatta anche quest’anno dai concessionari attraverso il presidente di Aiscat, Fabrizio Palenzona (vicepresidente di Unicredit ed ex presidente della Provincia di Alessandria di centrosinistra).

Ora ci sono sei mesi di tempo, fino al 30 giugno prossimo, per mettere a punto le proposte di integrazione fra diverse tratte che, scrive Rizzo, offrirebbe la possibilità di

“prorogare automaticamente e senza gara le concessioni a fronte di una promessa di nuovi investimenti”.

Un’operazione che, scrive sempre Rizzo,

“favorirebbe soprattutto il gruppo Gavio, le Autovie Venete e l’Autobrennero, alla Commissione europea. Dove non è un mistero che ci sia una certa riluttanza a mandar giù norme poco profumate di concorrenza. Come appunto questa, che ha già incassato il giudizio fortemente negativo della nostra Autorità dei trasporti presieduta da Andrea Camanzi. Naturalmente, per ciò che può valere: poco o nulla”.

Non si tratta certo del primo “regalino prenatalizio” fatto ai concessionari:

“Dal 1999, anno della privatizzazione della concessionaria statale, e fino al 2013, i prezzi sono cresciuti del 65,9% a fronte di una inflazione del 37,4%. Conseguenza di un sistema assurdo tutto favorevole ai concessionari, ai quali consente di scaricare sulle tariffe anche gli extracosti di opere e investimenti anche se procedono al passo della lumaca. Il tutto sotto lo sguardo mai arcigno del governo di turno.

Nel 2014, a fronte della richiesta di aumenti medi del 4,8 %, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha concesso «solo» il 3,9%: appena due volte e mezzo l’inflazione programmata. Esultando per il risparmio (se un mancato rincaro si può definire risparmio…) «di 50 milioni» in favore degli automobilisti senza però poter dire di quanto i profitti delle concessionarie sarebbero cresciuti. Peccato poi che quel tasso programmato, cioè l’1,5%, si sia rivelato ben superiore a quello reale. Ora l’inflazione annua è allo 0,2 %: venti volte inferiore all’aumento medio concesso dal governo”.

E quest’anno l’ultima richiesta: secondo Rosario Trefiletti di Federconsumatori e l’ex senatore Elio Lannutti (Adusbef) i concessionari pretenderebbero stavolta aumenti fino al 9%. Con il massimo per l’autostrada Roma-Pescara di cui è concessionario il costruttore abruzzese Carlo Toto, consigliere Aiscat.

“Questa volta le ragioni dei concessionari sarebbero anche nel calo del traffico causato dalla crisi economica. Meno auto, meno incassi, meno profitti: dunque se ne facciano carico gli utenti. Ai quali però si dovrebbe pure spiegare come mai quando il traffico invece aumentava, gli incassi salivano e i profitti volavano, le tariffe aumentavano lo stesso”.