ROMA – Uno sciopero a turni proclamato dai lavoratori delle autostrade e dei trafori funesterà il week end nero del primo esodo di agosto per il quale si attendono temperature sopra i 30 gradi su tutta la penisola. Cosa mai accaduta ad agosto, in epoca di gestioni private.
Non sarà – come succedeva negli anni Settanta ai tempi dell’Iri padrona delle autostrade – che con lo sciopero si passa gratis e ci sono meno code perché non c’e’ lo stop ai caselli e i vacanzieri ringraziavano. Domenica prossima lo scenario sarà totalmente diverso. I disagi potranno essere pesanti e i sindacati lo sanno.
Nella loro nota diffusa oggi scrivono: “non ci riteniamo responsabili di eventuali responsabilità circa disagi presso i caselli di uscita” i disagi “saranno esclusivamente attribuibili alle decisioni delle aziende di neutralizzare gli effetti dello sciopero, dirottando il traffico sulle porte automatiche”.
Tradotto dal linguaggio sindacale: se le concessionarie terranno chiuse le porte col casellante e dirotteranno i flussi verso le porte automatizzate (telpass, carte e prendi monete automatici), gli inevitabili disagi per la riduzione dei passaggi sarà attribuibile a loro. L’ultimo sciopero appena paragonabile a questo, che creò una reazione pesante fra gli utenti, risale al ponte del 2 giugno 2016.
Ma era solo un ponte, con volumi di traffico non paragonabili con quelli di questo week end per il quale è previsto il bollino nero. Il mese di agosto è il mese che – proprio per tutelare l’esodo – è garantito dalla tregua estiva che blocca gli scioperi nel settore trasporti grazie alla legge 146. I casellanti delle autostrade però fanno eccezione, non sono considerati lavoratori essenziali e quindi possono incrociare le braccia.
Nel dettaglio lo sciopero sarà articolato in turni di quattro ore che impatteranno soprattutto nella giornata di domenica. Si comincia con il turno “dalle 10 alle 14” poi altro turno “dalle 18 alle 22” e poi ancora dalle “22 di domenica alle 2 del mattino di lunedì 5 per 8 ore consecutive. I lavoratori, da parte loro perderanno solo 4 ore di lavoro a giornata.
Questa decisione molto pesante è stata presa dai sindacati: “dopo nove mesi di trattativa” sul rinnovo del contratto di lavoro, rotta, sempre secondo i sindacati, a causa della controparte datoriale, rappresentata da Acap-Fise e Federreti (che rappresenta le concessionarie del gruppo Atlantia).
Una scelta definita “inevitabile” dopo che le concessionarie non hanno voluto “concordare la clausola sociale, necessaria a garantire la continuità occupazionale e di reddito per i lavoratori, a maggior ragione nell’imminenza di assegnazione di concessioni”. A questo si è aggiunto “il rifiuto di fatto delle parti datoriali di impostare un confronto vero sulla questione del salario”. (fonte Ansa)