ROMA – Azienda Italia si ferma: Pil piatto nel terzo trimestre 2018. Piatto rispetto ai tre mesi precedenti. Piatto, cioè uguale. Fisso, non si muove. Crescita zero. Non succedeva da tre anni filati. Erano tre anni filati che il Pil (la ricchezza complessiva prodotta dal paese) aumentava trimestre su trimestre. Da luglio a settembre 2018 invece no. Da luglio al settembre 2018 l’azienda Italia si è fermata rispetto ai tre mesi prima.
Riguarda, tocca il governo Salvini, Di Maio, Conte? Certo che sì, lo dice Conte stesso. Il presidente del Consiglio dice: lo sapevamo, è per questo che abbiamo fatto la Manovra del Popolo, per far ripartire la macchina che si è fermata.
Crea problemi al governo Salvini, Di Maio, Conte? A come la racconta il governo no, nessun problema. A come la conta il governo invece sì, un sacco di problemi. Il primo: un trimestre di Pil piatto sul precedente significa che anno 2018 non si chiuderà con Pil più 1,2 per cento come stima il governo in Manovra del Popolo. A fine anno sarà sotto 1,2 per cento l’aumento della ricchezza prodotta. E quindi diventa ancora più improbabile più 1,5 per cento del Pil nel 2019 come governo giura. E quindi, poiché il deficit pubblico è anno per anno il rapporto tra saldo negativo di bilancio e appunto Pil, significa che il deficit 2019 dell’Italia non sarà quel 2,4 per cento del Pil già giudicato la più massiccia deviazione dagli impegni europei. No, non sarà 2,4. Sarà di più. Aritmetica alla mano: se ammontare del Pil scende, montare del deficit a legislazione invariata sale.
Azienda Italia che si ferma crea un sacco di problemi al governo Salvini, Di Maio, Conte. Non solo finanziari, di “numerini” come con sprezzo e disprezzo spesso amano dire Salvini e Di Maio. Problemi di economia reale. A furia di spread alto e di No Tav di governo è l’economia reale che si ferma. E’ già successo, non c’è neanche l’alibi della sorpresa inaspettata. Spread alto, Btp già emessi a interessi più bassi valgono meno. Banche italiane hanno montagne di Btp. Quindi hanno in cassa molta roba che vale meno. Quindi, con meno patrimonio, si difendono prestando meno e a interessi crescenti. Chi doveva o deve fare impresa paga di fatto di più il denaro e ne ottiene di meno di denaro. Quindi economia tutta rallenta. Se poi ci metti sopra anche l’addio di fatto alle grandi opere il risultato è ancora più assicurato: si frena tutti.
Non solo quelli che portano i soldi all’estero. Non solo quelli che hanno risparmi investiti in qualunque forma e ci hanno già rimesso neanche poco da otto mesi in qua. Non solo quelli che pochi o tanti soldi ce l’hanno e tentano di metterli al riparo. Anche le aziende e quindi i salari, gli stipendi, gli aumenti, gli affari, i consumi…Tutto ha rallentato nella prima estate del governo del popolo.
Colpa diretta del governo del popolo? Governano da giugno, non può essere tutta colpa del loro sacco. Però neanche solo e soltanto una coincidenza temporale che azienda Italia si fermi da quando hanno fatto sapere che la faranno marciare a suon di debiti e deficit e altra spesa per pensioni e redditi di Stato sganciati da lavoro produttivo.
Con i fatti non si dovrebbe polemizzare, sarà chiaro se e quanta colpa i Salvini i Di Maio e i Conte hanno di azienda Italia che si ferma dal se e quanto i tre polemizzeranno e insulteranno i fatti. Se intoneranno il canto del complotto ai danni di Salvini, Di Maio e del popolo, allora sarà chiaro e netto che è colpa loro. Di Maio, ministro del Lavoro e Sviluppo, già di fronte ai fatti canta la canzone del “Vogliono fermarci i poteri forti…Draghi non tifa Italia, avvelena…facciamo testuggine…”. Testuggine contro i numeri? Non sarebbe la prima volta della terna Salvini, Di Maio, Conte.