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Aziende, la cogestione tedesca come modello europeo

di Maria Elena Perrero |15 Settembre 2010 14:09

Presa a modello dalla Banca centrale europea, invidiata dalla Francia, discussa in Italia, la nuova competitività tedesca è al momento considerata da tutti la formula vincente, come scrive il Sole-24 Ore.

La formula si basa sulla partecipazione dei lavoratori alle scelte strategiche della società: una cogestione nel senso stretto del termine, in cui il libero accesso alle informazioni crea in dirigenti e lavoratori un comune spirito di responsabilità.

Il modello tedesco della cogestione aziendale (Mitbestimmung), nato nel primo dopoguerra, prevede un sistema di corporate governance duale: il consiglio di gestione dirige l’azienda, il consiglio di sorveglianza decide le strategie, approva il bilancio, controlla i dirigenti.

Proprio nel consiglio di sorveglianza trovano posto, per legge, rappresentanti dei lavoratori: la metà del totale nelle aziende maggiori, un terzo in quelle più piccole. Gli azionisti sono rappresentati dalle poltrone restanti.

Giuseppe Vita, un passato come presidente della Schering e un presente da numero uno del consiglio di sorveglianza della Axel Springer, spiega: “L’aspetto chiave della Mitbestimmung è l’informazione: i rappresentanti dei lavoratori sono tenuti informati sulla gestione della società, sulle sue eventuali difficoltà o successi, sull’andamento dei conti. Sono stipendiati dall’azienda, hanno un proprio ufficio e una segreteria. Il libero accesso alle informazioni, chiarisce Vita, crea tra i dirigenti dell’impresa e i rappresentanti dei dipendenti una certa corresponsabilità”. Con le conseguenze nella presa di decisioni.

Tra i motivi del successo della Germania c’è anche la moderazione salariale, che, benché sempre più legata alla produttività dell’azienda, ha permesso una diminuzione del costo del lavoro e con questa una maggiore competitività dei prodotti tedeschi.

“I manager, prosegue Vita, non sono chiamati solo alla massimizzazione dei profitti. Devono anche fare gli interessi di tutti: degli azionisti, dei creditori e anche dei dipendenti. Se come dirigente cerco l’accordo dei lavoratori, le cose possono svolgersi facilmente. Se vado per la mia strada senza tenere conto dei dipendenti, rischio l’instabilità”.

Riguardo alla possibilità di importare la cogestione tedesca in Italia, Vita precisa: “Di certo non la si può improvvisare, né trapiantare. Temo vi siano mentalità diverse. La stessa corporate governance duale è stata importata in Italia senza la cogestione, con il risultato che è diventato un modo per moltiplicare le poltrone”.

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