Banca Arner: “Report” indaga sui conti di Berlusconi

Banca Arner a Milano

Circa 60 milioni di euro: a tanto ammonterebbe la somma depositata sui conti della famiglia Berlusconi in Banca Arner Italia, l’istituto al centro di un’indagine per riciclaggio della Procura di Milano. È quanto indica la ricostruzione andata in onda nella serata del 15 novembre durante la puntata di Report,  dedicata alla filiale milanese della banca, fondata nel ’94, e che ha sede a Lugano.

Nella trasmissione si è ritornati a parlare dei conti della Holding Italiana seconda, ottava e quinta, amministrate da Marina e Pier Silvio Berlusconi «con circa 50 milioni» e del conto numero 1, intestato al presidente del Consiglio, «con più di 10 milioni di euro».

Oltre a ciò Report ha parlato, citando un’ispezione di Bankitalia, della «impossibilità di accertare i beneficiari economici di alcune società che hanno il conto alla Arner Italia». Tra queste la Flat Point Development Limited di Antigua, società che sta costruendo ville nell’isola caraibica. Detto in parole più semplici, Bankitalia ha riscontrato irregolarità dal punto di vista della normativa anti-riciclaggio.

Tra gli acquirenti, secondo quanto ricostruito, ci sarebbe anche Silvio Berlusconi «che, a maggio 2008, trasferisce 3 milioni e 367 mila euro». I futuri proprietari di queste ville avrebbero inviato i soldi all’ufficio di Torino della Flat Point la quale avrebbe depositato «ad Arner Milano che a sua volta invia i soldi ad Arner Lugano».

Inoltre, nella trasmissione condotta da Milena Gabanelli, l’inchiesta giornalistica di Paolo Mondani, ha legato, sempre citando il rapporto di Bankitalia, ad Arner Italia il nome di due società lussemburghesi, la “155 Sa” e “Karfira Holding Sa”. Si tratta di due  società anonime controllanti di  due società italiane amministrate dalla famiglia dell’avvocato Giovanni Acampora, (condannato definitivamente per le vicende Imi-Sir e Lodo Mondadori) che hanno un immobile a Roma, il Grande Hotel Via Veneto aperto lo scorso aprile.

Secondo Report «la Banca d’Italia avrebbe puntato l’attenzione su alcune operazioni finanziarie attorno all’albergo, “non sarebbero chiari i reali proprietari dell’hotel e il perché di alcuni bonifici milionari”».

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