GENOVA – A due settimane dal cambio dei vertici di Banca Carige, con l’arrivo alla presidenza di Cesare Castelbarco al posto di Giovanni Berneschi, Fondazione e istituto sono di nuovo nella bufera dopo che 17 consiglieri di indirizzo della Fondazione hanno chiesto le dimissioni del presidente Flavio Repetto. Martedì il titolo bancario ha perso il 2,81% ma il Cda ha deciso di snobbare la “rivolta” in seno al suo principale azionista e di procedere senza esitazioni verso gli obiettivi indicati da Banca d’Italia, un nuovo ad e il piano industriale.
E sulla vicenda, dalle colonne del quotidiano genovese “Il Secolo XIX”, è intervenuto anche Claudio Scajola: “E’ giusto che in questo momento tutti, ma proprio tutti i nodi vengano al pettine. I malumori non arrivano solo da persone vicine a me e Berneschi. Dopo la presentazione della mozione contro il presidente della Fondazione, mi pare di vedere un eccesso di allarmismo. Mi pare eccessivo stabilire una connessione così diretta tra le vicende della Fondazione e quelle della banca. Non credo assolutamente che l’epilogo potrà essere così drastico e drammatico. In Fondazione si cambierà quel che si deve cambiare, senza drammi, e così si potrà andare avanti nel pulito”.
All’origine della sfiducia a Repetto c’è un documento del Ministero dell’Economia che chiede spiegazioni alla Fondazione su diversi punti tra i quali una operazione di compravendita di azioni Carige. Il Ministero vuole anche sapere dal primo azionista di Carige, che ha investito il 95% del proprio capitale nella Banca, come intende tutelarsi di fronte alla perdita di valore del titolo.
Martedì i consiglieri hanno spiegato in una nota che la loro “azione riguarda esclusivamente il presidente Repetto e non l’Ente nel suo complesso, tantomeno la Banca”. Dietro la richiesta di dimissioni c’è chi vede però anche i malumori di chi non aveva digerito la decisione di Repetto di silurare l’ex presidente di Carige Giovanni Berneschi per far posto a Cesare Castelbarco Albani.
Il nuovo presidente ha guidato martedì un Cda decidendo di procede diritto lungo la rotta prestabilita. Sono stati fatti “nuovi passi”, è emerso, “è stata anzi aumentata la velocità d’azione”. Se i consiglieri di indirizzo della Fondazione andranno fino in fondo e faranno cadere Flavio Repetto, cambierebbe però anche la situazione in Banca Carige. Per correttezza istituzionale il presidente Castelbarco e il vicepresidente Alessandro Repetto sono infatti pronti a fare un passo indietro.
La resa dei conti è in programma a fine ottobre quando Repetto convocherà il consiglio portando all’ordine del giorno, oltre alle dimissioni richieste dai “rivoltosi”, la discussione del documento di programmazione economica per il 2014.
Prima che la situazione diventi “gravissima” e si corra il rischio che Banca d’Italia mandi un commissario in Carige, il presidente della Regione Claudio Burlando ha consultato i vertici degli enti che designano i consiglieri di indirizzo della Fondazione e ha convocato una “riunione urgente” per domani. E’ preoccupato anche il sindaco di Genova Marco Doria, che auspica che la Fondazione recepisca le indicazioni di Bankitalia. Fermo restando l’esercizio della funzione senza vincolo di mandato dei consiglieri, domani si discuterà della opportunità e possibilità di una posizione comune.