Generali, accordo sui poteri. Perissinotto: “Fare crescere i giovani”

Pubblicato il 22 Aprile 2010 - 07:40 OLTRE 6 MESI FA

Giovanni Perissinotto

Generali è “un’ottima squadra” da far crescere. All’assemblea della controllata Banca Generali, e in attesa che sabato a Trieste venga sancito il nuovo assetto di vertice del Leone, l’amministratore delegato, Giovanni Perissinotto, ha anticipato la lettura sull’anno appena concluso. In attesa della ridefinizione di poteri e deleghe che ne farà il vero capo azienda del gruppo assicurativo.

Il 2009, ha spiegato Perissinotto, è stato «un anno decisamente positivo, in un ambito difficile. Le regole contabili molto rigide hanno fatto mettere a bilancio negli ultimi due esercizi molte svalutazioni dovute all’andamento dei mercati, mentre le successive riprese sono finite nello stato patrimoniale». Il gruppo ha comunque «un’ottima squadra di 350.000 persone» fra dipendenti e agenti sul territorio. «Possiamo migliorare, ma dobbiamo tenere in mente di far crescere e dare responsabilità ai giovani», ha aggiunto.

La nuova “era” delle Generali entrerà nel vivo già sabato, immediatamente dopo l’assemblea sul rinnovo dei vertici della compagnia, quando nella prima riunione il nuovo consiglio di amministrazione distribuirà al proprio interno le deleghe, definendo anche la composizione dei comitati societari. Dopo lo storico accordo sul passaggio di Cesare Geronzi dal vertice Mediobanca a quello del Leone, tutti i riflettori sono ora puntati sui cambiamenti legati alla nomina di Perissinotto come”‘group Ceo”, con un’ampia serie di deleghe che non saranno più condivise con il presidente, come accade attualmente con la presidenza esecutiva di Antoine Bernheim.

«Dovete aspettare sabato», ha glissato oggi Perissinotto sui poteri attesi per il nuovo Cda. La futura struttura operativa di Generali sembra comunque già definita e dopo l’incontro dei soci privati delle Generali della scorsa settimana, è stato suggellato in un vertice questo martedì tra Perissinotto, Geronzi e l’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel. Sergio Balbinot avrà, come deciso negli accordi di fine marzo, tutte le deleghe assicurative, non solo quelle estere come oggi, passando però in una posizione di fatto subalterna a quella di Perissinotto.

Dovrebbe poi venir confermata la struttura attuale dei comitati interni della compagnia, compreso il comitato esecutivo, che pure si dovrebbe riunire più di frequente avendo anche un ruolo rafforzato. Attualmente ne fanno parte oltre agli amministratori delegati, il presidente uscente Bernheim, il vice presidente Gabriele Galateri, con Nagel, oltre a Francesco Gaetano Caltagirone e a Lorenzo Pellicioli per i soci privati. Tra i vari comitati interni, oggi Perissinotto non figura in quello per la corporate governance (dove ora siede invece Bernheim), quello sulla remunerazione e sul controllo interno. E’ invece presente, come Balbinot nel comitato rischi di gruppo e rischi di compagnia e fa parte poi del comitato investimenti di gruppo.

Bernheim, intanto, in attesa di esprimere come probabile anche all’assemblea di sabato il proprio malumore per la mancata conferma anche in Cda, non perde occasione per segnalare il proprio disappunto. «Vincent (Bolloré, ndr) mi ha tradito. Dice di avermi sostenuto, ma lo ha fatto fiaccamente», ha detto questa volta il banchiere francese a Le Nouvel Observateur. E, riferendosi al tradimento di Cesare alle Idi di marzo, «quando mi presento a un pranzo – ha raccontato – la domanda che mi pongono i miei amici è perché non sia venuto con il mio Bruto».