Visco alle banche: “Svalutate gli immobili a garanzia”. E il “mattone” crolla

Pubblicato il 29 Marzo 2013 - 10:32| Aggiornato il 24 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ordine di Visco alle banche: “Svalutate gli immobili a garanzia”. E il “mattone” crolla. 

Banca d’Italia ha dato indicazione ai banchieri di rafforzare la solidità patrimoniale degli istituti di credito. Contemporaneamente uno studio della stessa Banca d’Italia, insieme a Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate conferma la debolezza strutturale del mercato immobiliare: calo dei prezzi, aumento dei tempi di trattativa e del divario tra i prezzi di domanda e di offerta, banche che non erogano finanziamenti per gli acquisti e concedono mutui a tassi troppo elevati. Il corto circuito banche-mattone riguarda più in generale il rapporto tra la necessità di avere un sistema finanziario con i conti a posto e  l’urgenza di far riprendere velocemente l’economia, dare ossigeno alle imprese, prestare soldi ecc…

La questione può essere posta brutalmente: “E’ più importante la solidità delle banche o la ripresa dell’economia?” (Marco Ferrando sul Sole 24 Ore). Infatti quali sono le indicazioni del governatore Ignazio Visco alle banche? Devono procedere rapidamente agli accantonamenti e/o alla svalutazione degli immobili fino al 50% a garanzia di crediti in difficoltà (crediti deteriorati perché inesigibili, non performing loans). Proprio sugli immobili la linea Banca d’Italia è più dura: quello che chiede la Vigilanza è fare vera pulizia sulle garanzie reali dei prestiti, garanzie in gran parte immobiliari. Il valore di questi immobili, nota ancora la Vigilanza di Via Nazionale, troppo spesso non corrisponde ai prezzi di mercato: applicando il concetto di “pronto realizzo”, suggeriscono/intimano gli ispettori della Banca d’Italia, si deve applicare un ragionevole sconto del 20/25% sulla valutazione dell’immobile.

Ma qui sta “l’effetto perverso” (Milano Finanza): mentre si rafforza la banca, si indebolisce il già fiacco mercato del credito real estate. Cui si aggiunge la crisi perdurante con il crollo della domanda. Risultato, le transazioni immobiliari sono al minimo storico, notizia ferale per un settore che da sempre è il primo indicatore della salute economica di un Paese. Salviamo le banche (è più giusto dire ordiniamo alle banche di proteggersi dai rovesci globali) al prezzo di comprimere la crescita. A rimetterci, come al solito, è chi ha le spalle meno larghe.

Avere redditi bassi, può rappresentare un ostacolo insuperabile per ottenere credito, la banca ti mette nella categoria dei vulnerabili e a maggior rischio da cui stare alla larga: tanto è vero che la riduzione nell’acquisto di case risulta, secondo le stime della Banca d’Italia, più alta per le famiglie più giovani (-30%) e per quelle che non vengono dall’Unione Europea. Sono queste categorie che hanno risentito in maniera più drammatica degli effetti del ciclo economico negativo, con l’aumento del tasso di disoccupazione, il calo sostenuto dei redditi delle famiglie, e infine le politiche più selettive da parte delle banche.