Lamento delle banche con Monti: “Troppe norme, troppe tasse, siamo penalizzati”

Pubblicato il 11 Luglio 2012 - 11:45 OLTRE 6 MESI FA
Giuseppe Mussari (Lapresse)

ROMA – Le banche italiane si lamentano con e del governo Monti e dicono: in Italia, ancora più che in Europa, ci sono norme troppo restrittive, troppe tasse… che penalizzano il reddito delle banche, tanto che gli istituti di credito sono in sofferenza. Un lamento forte e chiaro con pochi mea culpa che viene direttamente dal presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, durante l’assemblea annuale.

“Normativa e fisco penalizzano la redditività delle banche italiane – dice Mussari –  500 provvedimenti negli ultimi 5 anni hanno interessato il settore e ci sono quasi 15 punti di pressione fiscale effettiva in più rispetto all’Europa. Quindi ”le imprese bancarie non chiedono regole di favore ma un terreno di gioco” comune, ”basato sulle regole di stabilità, di trasparenza e di concorrenza, senza vincoli amministrativi e obblighi a prestare servizi gratuiti”. Poi l’attacco al governo di Mario Monti: ”Questo governo non è mai stato ‘tenero’ – dice Mussari – con le imprese bancarie, tanto che in ogni decreto legge abbiamo ritrovato misure nei nostri confronti certamente criticabili e che non trovano corrispondenze nel quadro normativo europeo”, ma nonostante ciò ”rinnoviamo all’esecutivo il nostro pieno e convinto sostegno”.

”Se le norme europee ci penalizzano, la normativa nazionale ha inciso gravemente sulle capacità reddituali delle banche  -dice Mussari – Troppe regole impediscono di operare e, in alcuni casi incidono sui meccanismi di una economia di mercato. A tale livello contribuiscono in misura rilevante la parziale indeducibilita’ degli interessi passivi e delle rettifiche e delle perdite su crediti”. E’ come, ha spiegato Mussari, ”se si impedisse al produttore di oggetti di rame di dedurre dai ricavi il costo del rame”.

Inoltre, secondo Mussari, le banche italiane soffrono ”svantaggi competitivi” dalle norme internazionali di Basilea3 e dall’Eba sul capitale a causa delle diverse modalità con cui viene realizzata la supervisione a livello nazionale. Mussari quindi chiede la rimozione ”delle differenze che generano indubbi svantaggi” per arrivare a una piena armonizzazione. Mussari ha sottolineato inoltre come ”il modello di banca commerciale ha finito per pagare troppo rispetto alla banca che fa finanza”.

Unica nota di autocritica arriva quando Mussari dice: “Le banche hanno fatto autocritica e riconosciuto alcune responsabilità ma nello stesso tempo è giusto ribadire con chiarezza che sono vittime della crisi e che non hanno contribuito” alla sua nascita.

Ad ogni modo Mussari sostiene che, per quanto “dura”, l’operazione sui conti dello Stato di Monti è importante e dovrà essere proseguita anche da chi verrà dopo: “L’Italia non potrà smettere di continuare a dare impulso a rigore e crescita. La traiettoria del rigore e della crescita non ammette soste o incertezze. Diversamente gli sforzi fin qui fatti saranno vani, risultando incomprensibili a milioni di italiani che li hanno affrontati con grande senso si responsabilita’., Infine daremo ragione a chi vorrebbe da troppo tempo, mettere il nostro paese sotto tutela, Siamo certi che cosi’ non sara”.