Banche, stress test: promosse le grandi, rimandate MPS, Bper, Carige e Veneto

Banche, stress test: promosse le grandi, rimandate MPS, Bper, Carige e Veneto
Banche, stress test: promosse le grandi, rimandate MPS, Bper, Carige e Veneto

ROMA – Agli esami per valutare la solidità del credito italiano si guarda con moderato ottimismo. Gli operatori confidano in una promozione per i grandi, tranne forse per Mps nonostante la cura di cavallo imposta dall’Europa, rimandata insieme a qualche piccolo come Carige, Veneto Banca, Bper. Le prove attese sono due: l’Aqr che vigila sulla revisione degli attivi, e gli stress test veri e propri che misurano il grado di tenuta in caso di crolli e scenari avversi. In ogni caso, si prevedono importi ridotti nel caso di riparazioni contabili da effettuare.

L’attenzione si concentra su Mps, unica ad avere ricevuto gli aiuti Stato “Monti bond” per 4 miliardi, ma ne ha ripagati 3 di recente, dopo un aumento da 5 sul mercato. Per Ubs, che ieri ha ripreso la copertura del titolo con giudizio neutral, Mps dovrebbe passare il duplice esame, ma «in uno scenario estremo, che preveda oltre 5 miliardi di accantonamenti sul 2014, potrebbe diventare vulnerabile e oggetto di acquisizioni, poiché ha una rete filiali attraente e un azionariato diffuso».

Secondo Credit Suisse, «i livelli patrimoniali delle banche italiane in vista degli esami Bce sono adeguati, con Mps principale punto interrogativo»; ma la banca svizzera aggiunge che «la generazione di capitale di Mps per 4,4 miliardi entro il 2016 dovrebbe ridurre i rischi di ulteriori ricapitalizzazioni per effetto di un Aqr negativo». A Siena il management vive l’attesa con la serenità di chi da oltre un anno collabora con i regolatori, italiani ed europei, sulle linee guida del riassetto in corso.

Resta però qualche timore, che un fervore dei regolatori, come bis di quello dei funzionari di Bruxelles, tolga alla banca la capacità di rialzarsi, dopo nove trimestri in rosso filati. Un passaggio degli stress test su cui Siena negozia una deroga riguarda l’azzeramento degli interessi sui crediti problematici, che farebbe mancare entrate per 2 miliardi se applicato alla lettera. Altre banche sulle spine, dicono gli addetti ai lavori, sono Carige, Veneto Banca, Bper, mentre qualcuno cita Banco popolare e Popolare di Vicenza. Tutti istituti commerciali che già hanno rafforzato il patrimonio di recente, ma che restano tra i più esposti al business con le Pmi, le più inguaiate dal lungo ciclo recessivo. (Andrea Greco, Repubblica)

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