Banche: tornano gli interessi sugli interessi. Anatocismo nella Legge Stabilità

Banche: tornano gli interessi sugli interessi. Anatocismo nella Legge Stabilità
Banche: tornano gli interessi sugli interessi. Anatocismo nella Legge Stabilità

ROMA – Banche: tornano gli interessi sugli interessi. Anatocismo nella Legge Stabilità. “La banche ringraziano Renzi per il nuovo regalo: nel decreto legge per il rilancio delle imprese infilano l’anatocismo. Gli italiani pagheranno gli interessi sugli interessi”. Ha sicuramente il dono della chiarezza Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia per spiegare intanto una parola difficile come “anatocismo” che appunto significa vedersi applicati gli interessi non solo sul capitale originario chiesto in prestito alle banche ma anche sugli interessi nel frattempo maturati a debito per chi ha in  conti in rosso. Fino a una storica sentenza della Corte Costituzionale del 2000, se si chiedeva un prestito, gli interessi sulla somma ottenuta venivano a loro volta sommati ogni tre mesi per calcolare i nuovi interessi: alla fine i soldi da restituire aumentavano in modo esponenziale.

Pratica che, in teoria, la legge aveva abolito ma che, come denuncia Meloni, in pratica sussiste eccome visto che nella legge di Stabilità c’è una norma che ne definisce il campo di applicazione. Un regalo alle banche “a insaputa” del governo? In effetti, il provvedimento risulta “orfano”, tutti si guardano dal rivendicarne la paternità. Il ministro dello Sviluppo Federica Guidi scarica la responsabilità al Ministero del Tesoro. “Una polpetta avvelenata della burocrazia” secondo Francesco Boccia del Pd che pure invece si è intestato la norma che in teoria aboliva l’anatocismo.

Nei corridoi di via XX settembre si parla di un interessamento del viceministro Enrico Morando (Pd), e c’è anche chi ipotizza un maldestro tentativo di compensare la “stangata” voluta da Matteo Renzi per coprire parte dal bonus Irpef: l’aumento della tassazione sulle plusvalenze miliardarie incassate dagli istituti di credito grazie alla rivalutazione delle quote di Bankitalia (regalo targato Letta-Saccomanni): 1,8 miliardi (su 7,5 di benefici contabili). L’anatocismo è finito nel testo dove il governo ha fatto confluire le norme stralciate dal decreto sulla Pa per ordine del Quirinale, perché “troppo eterogenee”. (Il Fatto Quotidiano)

 

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