Bankitalia vara l’austerità: taglia gli stipendi del 10%

Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi si appresta a varare misure di austerità per l’istituto centrale e dà il buon esempio con il taglio, per sè e per i componenti del Direttorio, del 10% degli stipendi. In linea con le misure decise dal governo con la Manovra sul congelamento degli stipendi del pubblico impiego, ma con provvedimento autonomo per non mettere in gioco la propria indipendenza, la Banca d’Italia punta a fare diventare operative le nuove misure gia’ dal 1 gennaio 2011.

Lo scopo e’ quello di mostrare il proprio contributo ai sacrifici che la pubblica amministrazione e piu’ in generale il paese stanno compiendo in questi tempi di crisi. Al momento del varo della manovra si era infatti stabilito che fosse lo stesso istituto centrale a varare un proprio piano che il governatore ha cosi’ presentato nei giorni scorsi alle organizzazioni sindacali.

La serie di provvedimenti di austerita’ arriva in parallelo con il completamento della riforma delle filiali della Banca d’Italia (avviata nel 2008), previsto entro l’anno e con la quale si sono conseguiti risparmi permanenti quantificabili in circa 80 milioni di euro annui. Draghi e il Direttorio daranno cosi’ ora il buon esempio con il taglio piu’ consistente ma le misure colpiranno tutti i lavoratori dipendenti. La trattativa con le sigle sindacali avra’ cosi’ tempi stretti perche’ nelle intenzioni dell’istituto centrale si dovra’ chiudere entro il primo novembre.

Nel dettaglio il ‘pacchetto’ di misure prevedrebbe, sulla scia di quello previsto dalla Manovra, un contenimento della spesa su tutti i fronti e in particolare un blocco degli stipendi per il personale nel triennio 2011-2013. Inoltre la somma a titolo di indennita’ di vacanza contrattuale sara’ in linea con quella stabilita per la P.A e verrebbero sospesi gli adeguamenti di alcune voci come missioni e spese di rappresentanza.

Per gli stipendi di fascia alta (sopra i 90mila euro) sono previste le sforbiciate piu’ consistenti ricalcando cosi’ le norme previste dal Ministero dell’Economia. Dai 90 a 150 mila euro il taglio sara’ del 5% mentre la percentuale salira’ al 10% oltre i 150mila euro. Fuori dal pacchetto di misure invece, e in linea con le migliori pratiche internazionali, gli aumenti legati al merito e alla produttivita’.

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