ROMA – Accelera la corsa alla successione di Mario Draghi, oramai presidente designato della Bce, nella carica di governatore della Banca d'Italia per la quale i candidati più forti restano il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli e il dg dell'istituto centrale Fabrizio Saccomanni. Per il componente del board della Bce Lorenzo Bini Smaghi ci sarebbe l'impegno del governo a trovargli un incarico di prestigio, vista la disponibilità dimostrata a lasciare il suo posto per sbloccare l'impasse con la Francia.
Il premier Berlusconi, dopo il consiglio europeo che ha dato formalmente il via libera a Draghi annuncia che il consiglio dei ministri della prossima settimana, sentiti il ministro dell'Economia e quello dello Sviluppo, proporrà il nome del successore di Draghi al Capo dello Stato.
Berlusconi parla di una rosa di tre nomi ed elogia Bini Smaghi (definendolo ''qualificato'') ma appare più probabile che per il banchiere centrale fiorentino l'esecutivo pensi a un differente ruolo di prestigio.
Diverse le caselle possibili, condizionate anche dalla scelta che verrà fatta per il governatore: quindi la direzione generale del Tesoro, quella della Banca d'Italia o la presidenza dell'Antitrust vengono indicate come le più probabili.
La procedura prevede che la nomina è disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri e sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d'Italia. Questo terrà il 28 una riunione ordinaria e quindi sembra probabile che darà il suo parere dopo quello del Cdm.
Di certo il Capo dello Stato, che con il premier ha avuto nei giorni scorsi un colloquio sul tema, non si limiterà a un ruolo 'notarile' nella vicenda.
Napolitano ha sottolineato l'importanza che venga garantita l'autonomia e l'indipendenza della banca centrale, da sempre e ancora più con la nomina di Draghi alla Bce, tradizionale 'serbatoio' di eccellenze al servizio del paese. Per questo il nome di Grilli, visto dalle opposizioni come troppo vicino al ministro Tremonti (sebbene l'attuale dg del Tesoro era uno dei cosiddetti 'Ciampi Boys') a detta di alcuni osservatori sembra raccogliere meno consensi di Saccomanni per il quale propende la struttura interna e, secondo alcune interpretazioni, lo stesso Draghi.
Saccomanni, 69 anni da compiere, da sempre in Banca d'Italia, vanta una profonda conoscenza dell'istituzione e del panorama economico e bancario italiano oltre a una solida reputazione nelle principali istituzioni internazionali. Di rango anche il Cv di Grilli: bocconiano, nato a Milano nel 1957, con una carriera universitaria negli Stati Uniti (professore a Yale) e in Gran Bretagna.
E' stimato dalla comunità finanziaria e bancaria nazionale e internazionale e ricopre anche da oltre vent'anni incarichi statali di alto livello (al Tesoro e alla Ragioneria dello Stato). Quanto a Bini Smaghi, fiorentino 54 anni, vanta studi all'estero, in Belgio e Stati Uniti, ha compiuto un'esperienza lavorativa di 11 anni in Banca d'Italia, ha fatto un passaggio al Tesoro e poi dal 2005 è approdato alla Bce. Gode anch'egli di una buona reputazione a livello internazionale.