(ANSA) – ROMA – Non solo uno strumento contro la deflazione e l’alto spread. Il Quantitative Easing della Bce avrà un effetto “significativo” sul Pil dell’Italia nei prossimi due anni rialzando le stime di crescita. Il vicedirettore generale di Banca d’Italia Fabio Panetta, che peraltro è supplente del governatore Visco alla Bce, si dice ottimista sulle potenzialità delle misure decise a Francoforte per il nostro paese, ancora alle prese con una fase di cauta ripresa.
Un’occasione imperdibile tanto che il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, da Bruxelles, annuncia misure del governo per far sì che le banche italiane possano sfruttare al massimo lo strumento, specie nel settore degli Abs, liberando così credito per l’economia reale. Altro strumento per riattivare i finanziamenti degli istituti di credito potrebbe essere quella bad bank “di sistema” già auspicata da Visco al Forex di un anno fa e ribadita nei giorni scorsi dal governatore.
Le sofferenze lorde sono oramai sopra i 180 miliardi e zavorranno il comparto che pure ha invertito, seppur timidamente, il trend del credito. “le possibili soluzioni vanno analizzati a fondo e se necessario attuate con rapidità” dice Panetta. Il banchiere, che peraltro siede nel consiglio di sorveglianza dell’organismo unico di vigilanza europeo si augura che non ci sia un inasprimento “dei requisiti di capitale e di liquidità per le banche” (possibilità emersa nelle scorse settimane per le banche italiane) pena “il rischio di frenare l’offerta di credito e di ridurre l’impatto delle misure espansive di politica monetaria, allontanando la ripresa” con un effetto opposto a quello desiderato.
In gioco c’è una crescita limitata che pone il nostro paese fra gli ultimi a livello internazionale. La stessa Via Nazionale pochi giorni fa aveva allineato, al ribasso, le stime di crescita su quelle degli altri previsori (+0,4 nel 2015 e +1,2% nel 2016) ammonendo su di una occupazione fragile e investimenti ancora al palo. Ora Panetta non quantifica l’impatto ma va ricordato che sabato scorso Confindustria aveva stimato un aumento del Pil dell’1,8% fra il 2015 e il 2016. Anche adesso comunque Panetta, come Draghi e Padoan, sottolineano come il solo Qe non sia sufficiente ma deve essere accompagnato, affinchè ripartano i cruciali investimenti, da una serie di riforme economiche e istituzionali in Italia e in Europa.
“L’impatto delle riforme è più efficace – dice Padoan – E’ il momento di accelerare e aumentare le possibilità di crescita e lavoro’. E il responsabile economico del Pad Filippo Taddei ricorda “il paese che beneficerà di più del Qe, stando alle principali stime, come quelle di Prometeia , sarà l’Italia”.
Un effetto controverso, ma che non riguarda l’Italia non essendo un paese ‘core’, lo illustra il direttore del Debito pubblico del Tesoro Maria Cannata che pure ricorda come per i mercati sia stata “una sorpresa positiva”: “l’annuncio ha avuto effetti significativi su tutti i rendimenti. Ci si sta avviando a una situazione anche più che giapponese per i paesi core e qualche inquietudine potrebbe destarla, visto che il Giappone da decenni è in una situazione di stallo”.