Bankitalia, monito Napolitano: "No forzature". Berlusconi prende tempo

ROMA, 30 GIU – Niente ''forzature politiche e contrapposizioni personali'' nella scelta del prossimo governatore della Banca d'Italia. L'avvertimento di Giorgio Napolitano scuote il governo, dove la partita per la successione a via Nazionale, apertasi dopo l'addio di Mario Draghi, si e' inserita nella 'trattativa' interna all'esecutivo sulla manovra. Silvio Berlusconi e' costretto a intervenire per rassicurare il Colle, garantendo candidati 'adeguati'' e una scelta ''non affrettata''.

Ma la nota del Quirinale sembra indicare anche altro ed in particolare suona come una presa di posizione ben precisa dopo l'incontro di ieri fra il premier e il neo-nominato governatore di Francoforte. ''Si va sviluppando sulla questione un serrato dibattito pubblico'', si legge in una nota del Colle, in cui si sottolinea come ''il Presidente della Repubblica auspichi che si giunga alla scelta, come sempre nel passato, in un clima di discrezione e rispetto attorno ai nomi dei possibili candidati, anche per la riconosciuta qualità dei loro titoli di competenza ed esperienza''. Un chiaro monito al governo affinche' si evitino fughe di notizie o peggio si facciano trapelare intese su questo o quel nome. Ma non solo: il Quirinale aggiunge che ''forzature politiche e contrapposizioni personali non gioverebbero né alla serenità della decisione che spetta ai soggetti istituzionali indicati dalla legge, né a quel prestigio internazionale della Banca d'Italia che si è espresso nella nomina del professor Mario Draghi a Presidente della BCE e che va oggi tenuto al riparo da laceranti dispute sulla nomina del nuovo governatore''.

C'e' ne e' abbastanza per far pensare ad un nuovo paletto fissato per 'limitare' il governo. Non e' la prima volta che Napolitano interviene sul merito della successione a palazzo Koch: naturalmente senza fare nomi, una settimana fa circa aveva sottolineato la necessita' che fosse rispettata l'autonomia della Banca d'Italia. Parole che avevano fatto pensare ad una preferenza verso una soluzione 'interna' a via Nazionale, in linea cioe' con i desiderata degli stessi dirigenti di palazzo Koch e – pare – dello stesso Draghi. E il nome che circola e' quello di Fabrizio Saccomanni, gia' direttore generale dell'Istituto. Candidatura che si scontra con quella di Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro, gradito a Giulio Tremonti.

Insomma, se la lettura e' corretta, ai desiderata del neo-banchiere centrale europeo, si sarebbe aggiunta la preferenza del Colle per una soluzione di continuita'. E il timing della nota quirinalizia, arrivata proprio il giorno dopo la visita dell'ex governatore italiano, alimenta i sospetti di quanti nel Pdl vi leggono un vero e proprio asse Napolitano-Draghi. Un pressing difficilmente sostenibile per il ministro dell'Economia, ma anche per il premier. Fra i due, infatti, era stata raggiunta un'intesa: in sostanza, si ragiona in alcuni settori della maggioranza, il premier avrebbe acconsentito a sostenere Grilli in cambio di un atteggiamento piu' morbido del titolare di via XX settembre sulla manovra, soprattutto nel rapporto con gli altri ministri. 'Patto' che ora rischierebbe di arenarsi. Berlusconi, infatti, non pare intenzionato a porsi di traverso, scontentando il Colle in una fase tanto delicata. E, pare, neanche Tremonti.

''Siamo consapevoli che e' un posto importante che deve essere ricoperto da una persona adeguata, quindi stiamo valutando in tutta serenita' i candidati con un procedimento che non e' affrettato, ma che e' proporzionale all'importanza della scelta e della carica che occupa'', e' stata la cauta risposta del premier alla nota del Colle.

Qualcuno parla di possibili outsider, ma sembra una soluzione complicata. In serata era previsto un incontro fra Lorenzo Bini Smaghi, 'orfano' del board della Bce, e Berlusconi. Appuntamento saltato, a quanto pare, a causa del prolungarsi del Cdm.

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