Bankitalia: redditi deboli ma torna la fiducia. Pericoli dalla politica

Banca d’Italia, quarto Rapporto sulla Stabilità Finanziaria (Lapresse)

ROMA – Pochi debiti per le famiglie italiane, anche perché le banche sono ancora piuttosto restie a concedere prestiti. Una ripresa lenta e incerta: a rischio la crescita del Paese, se l’economia non dovesse ripartire gli squilibri potrebbero aggravarsi. Ma i maggiori rischi derivano dal quadro politico ancora instabile. Tuttavia sembra attenuata la crisi del debito sovrano: sono infatti sempre più numerosi gli investitori esteri che tornano a comprare Btp. Questi in sintesi i punti toccati dalla Banca d’Italia nel quarto Rapporto sulla Stabilità Finanziaria.

Scrive Bankitalia che il calo dei rendimenti sui titoli di Stato e la ripresa degli acquisti esteri ”denotano un ritorno di fiducia nella sostenibilità dei conti pubblici italiani”, anche se i maggiori rischi arrivano dalla crescita debole e dall’incertezza sull’evoluzione del quadro politico che minaccia l’azione di riforma.

”In Italia – si legge nel rapporto – si registra un calo dello spread sovrano e il ritorno degli investitori esteri sul mercato dei titoli di Stato. La debolezza della domanda interna sta favorendo un significativo miglioramento dei conti con l’estero. Malgrado il peggioramento del quadro economico, la politica di bilancio resta orientata al risanamento finanziario”.

Tuttavia, prosegue Bankitalia, ”i timori circa i progressi nell’azione di riforma, legati all‘incertezza sull’evoluzione del quadro politico, rappresentano un rischio per il costo del debito’‘.

Le condizioni finanziarie delle famiglie ”rimangono nel complesso equilibrate”, con un livello ”relativamente contenuto dell’indebitamento”. E avverte: “Il principale rischio è rappresentato dalla debole dinamica del reddito”.

La crisi economica sta incidendo sulla redditività e sulla capacità di autofinanziamento delle imprese, le cui condizioni finanziarie mostrano segni di tensione. Le aspettative però sono ancora piuttosto positive. “I più importanti fattori di rischio sono connessi con l’evoluzione congiunturale e con il permanere di difficoltà di accesso al credito”. “Il calo dei prestiti bancari risente della debolezza della domanda. L’attenuarsi delle tensioni di liquidità delle banche si è riflesso in un graduale miglioramento delle condizioni di offerta di credito, che rimangono tuttavia restrittive rispetto alla prima metà del 2011 – prosegue Bankitalia -. La qualità del credito bancario continua a risentire della recessione. I crediti deteriorati alle imprese sono ancora aumentati in tutti i settori di attività economica, in particolare nel comparto delle costruzioni”.

Secondo i dati contenuti nel rapporto “il margine operativo lordo in rapporto al valore aggiunto è sceso al 32,2 per cento. Il calo di profittabilità si sta riflettendo negativamente sull’autofinanziamento, sia in termini assoluti sia in percentuale degli investimenti”. In base alle attese delle circa 4.000 Imprese industriali e dei servizi incluse nel sondaggio congiunturale condotto dalla banca d’italia a settembre, “nel 2012 il saldo tra le imprese in utile e quelle in perdita sarebbe pari al 20 per cento (contro più del 30 nel 2011); ancora minore risulterebbe il saldo relativo alle imprese di piccole dimensioni e a quelle che operano nel settore dei servizi”.

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