Barack Obama promette guerra a Wall Street: tassa sulle banche

Pubblicato il 12 Gennaio 2010 - 14:42 OLTRE 6 MESI FA

La scure dell’amministrazione Obama si abbatte sul mondo delle banche. Washington ha allo studio una nuova tassa sulle banche: per recuperare una parte degli aiuti di Stato e ridurre il deficit pubblico. Ma anche per placare la rabbia popolare contro Wall Street, dove stipendi e bonus rimangono d’oro nonostante la crisi e gli aiuti di Stato.

Non a caso, come sottolinea Federico Rampini su “La Repubblica”, la fuga di notizie è arrivata all’inizio di una settimana “calda” sul fronte delle banche: la settimana in cui inizieranno (domani, ndr) i lavori  della commissione d’inchiesta parlamentare che deve far luce sulla responsabilità degli istituti di credito nella grande crisi del 2007-2009.

La settimana in cui (venerdì, ndr) verranno alla luce i risultati di bilancio e c’è da aspettarsi grande polemica. Perché? Perché i grafici relativi agli stipendi e ai bonus dei dipendenti faranno strabuzzare gli occhi a più di una persona, superando in alcuni casi le cifre record di prima della crisi.

Il procuratore generale di New York, Andrew Cuomo, intanto ha chiesto alle otto maggiori banche beneficiate dagli aiuti di Stati tutti i dati sugli stipendi 2009.

I casi non mancano. I dipendenti della Goldman Sachs prenderanno in media 600 mila dollari. Meno fortunati quelli della J.P. Morgan Chase, il cui stipendio medio dovrebbe superare i 460 mila dollari. Alla Citigroup, la banca che sta messa peggio, il capo del settore di investment banking, John Havens, riceverà 9 milioni di dollari.

Di fronte a questo ostentato sfarzo anche in tempo di crisi le critiche sono arrivate dalle parti più disparate, dal mondo del lavoro fino al capo dei consiglieri di Barack Obama, Christina Romer.

E proprio per l’amministrazione Obama la situazione è sicuramente di imbarazzo. L’opposizione repubblicana cavalca la protesta contro i deficit pubblici e l’opinione pubblica non ricorda che il maxisalvataggio di Wall Street fu varato dall’amministrazione Bush.

Ecco perché il Presidente degli Stati Uniti promette guerra alle banche e ha preso la decisione di impugnare contro di esse l’arma fiscale.