Fondo europeo: soluzione al 20% sulle perdite. Ancora avvertita l’Italia

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ROMA – Il Fondo salvataggi (l’Efsf) si impegna a funzionare come una compagnia di assicurazione se gli Stati indebitati accetteranno di pagargli un premio. In quel caso il primo 20% delle eventuali perdite di un investitore su un titolo di Stato verrebbe indennizzato dal Fondo europeo: ciò può ridurre i timori degli investitori nel puntare sull’Italia o sulla Spagna.

Il Consiglio europeo, per salvare l’Italia e la Spagna, sta infatti valutando nuove misure e soprattutto nuove richieste. Da ambienti dell’Ue la voce unanime: “Se le misure saranno drastiche è perchè era l’unica scelta possibile”. L’accordo, il solo politicamente possibile, implica infatti un’incognita per le banche ma una certezza per il governo: in cambio del sostegno del Fondo salvataggi europeo, con ogni probabilità l’Italia dovrà impegnarsi a prendere nuove misure dopo quelle chieste dalla Bce.

Per rafforzare il meccanismo, si pensa a coinvolgere anche le grandi banche pubbliche europee. Cassa depositi e prestiti, la tedesca Kfw o la francese Caisse de Depots et de Consignations potranno comprare il nuovo debito emesso dai Tesori nazionali con garanzia al 20%. A sua volta la Banca centrale europea potrebbe poi ricomprare i titoli dalle casse pubbliche o accettarli in garanzia.

L’Efsf dispone in teoria di 440 miliardi, ma 120 sono già allocati e ne restano 320. Di questi circa cento potrebbero servire per ricapitalizzare le banche europee, dunque per le assicurazioni sui titoli di Stato ci sono circa 220 miliardi. Poiché le garanzie coprono il 20% del valore dei bond, il totale di debito emesso con la copertura del Fondo salvataggi è di 1.100-1.200 miliardi. Come per caso si tratta di poco più delle emissioni di debito previste per l’Italia (622 miliardi) e per la Spagna (281 miliardi) dal 2012 al 2014. I soldi ci sono, ma appena sufficienti.

Come spiega Federico Fubini per il Corriere della Sera, c’è anche un altro problema: le garanzie riguardano solo i nuovi bond che saranno emessi, non i vecchi in mano alle banche e ai risparmiatori. C’è quindi il rischio che il prezzo dei vecchi titoli crolli perché il pubblico vuole solo quelli di nuova generazione. Le banche potrebbero subire forti perdite sul capitale e per questo la Bce è pronta a continuare l’attuale campagna di acquisto di titoli di Stato anche quando l’Efsf sarà operativo.

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