ROMA – Bce e il fantasma deflazione. Urge taglio dei tassi, ma Germania in trincea. Le imprese non investono, le famiglie non acquistano, entrambe rinviano aspettando che i prezzi continuino a scendere: ma è un cane che si morde la coda, i presupposti economici della deflazione, fantasma subdolo che conduce alla paralisi degli scambi e dell’attività produttiva che estende lo stop dell’economia. Con la conseguenza di rendere ancora più drammatica la difficoltà a sostenere interessi sul debito che salgono in ragione della contrazione stessa dell’economia. Lo sanno bene i paesi invischiati con il problema debito, lo sanno i banchieri e i governanti, tutti in attesa che la Bce dia un segnale tagliando i tassi di interesse. Lo vogliono tutti tranne i tedeschi alla vigilia del board della Bce a Francoforte: sarà difficilissimo mettere la Germania in minoranza, perché un ulteriore taglio dei tassi ridurrebbe praticamente a zero il costo del denaro, erodendo i risparmi dei tedeschi con i fondi d’investimento a interesse nullo.
La sforbiciata di maggio aveva già dimostrato che una scelta del genere riduce il costo del denaro anche per le imprese e i governi dei paesi in difficoltà, Italia inclusa, e contrasta la tendenza dell’euro a rincarare verso livelli ai quali esportare diventa difficile. Invece a luglio la Bce non tagliò. Benché indipendente, la banca centrale non può ignorare il contesto in cui si muove, e in Germania l’avversione a un taglio dei tassi verso quota zero resta diffusa. L’opinione pubblica teme che ciò deprimerebbe ancora di più i rendimenti dei fondi pensione tedeschi. Inevitabile dunque che da martedì a giovedì le discussioni all’Eurotower saranno tese. Mettere in minoranza i tedeschi del consiglio Bce pur di tagliare i tassi, potrebbe sembrare a molti in Germania un gesto di sfida alla vigilia di una sentenza decisiva per il futuro dell’area euro (e dell’Italia). (Federico Fubini, La Repubblica)
I rischi di deflazione in Italia, intanto, si fanno sempre più allarmanti: nonostante l’aumento dell’Iva, in ottobre i prezzi sono scesi dello 0,3% da settembre ed è il secondo mese di seguito che succede. Depurata dall’aumento dell’imposta indiretta, la caduta sarebbe stata del doppio.
La Bce dunque al banco di prova sui tassi mentre il Tesoro italiano si prepara al nuovo test Btp Italia. Questi i due appuntamenti clou della prossima settimana, in un mercato che già ha iniziato a prendere posizione scommettendo su mosse espansive della Banca centrale europea, così come su un buon risultato del collocamento della quinta e ultima tranche del 2013 dei titoli nazionali pensati per la clientela retail. Resta invece tutto da vedere come il Board di Francoforte, nella riunione di giovedì prossimo, riuscirà a superare senza eccessivi traumi interni lo scoglio di un rischio di deflazione che ormai aleggia sull’Eurozona a fronte di una economia che ancora stenta ad agganciare la ripresa.
Il verdetto di politica monetaria appare tutt’altro che scontato sia nei tempi che nelle modalità. Soprattutto per le palesi resistenze della Germania ad un ulteriore taglio dei tassi di interesse di 25 punti base dall’attuale minimo storico dello 0,50%, livello già considerato dalla Bundesbank molto accomodante. Così, se dopo l’ultimo e più marcato rallentamento dell’inflazione gli analisti di Bank of America, Ubs ed Rbs scommettono su una riduzione del costo del denaro già a novembre, gli strategist di Bnp Paribas, Societe Generale, JpMorgan e Scotiabank vedono più probabile un rinvio a dicembre quando Francoforte pubblicherà le nuove proiezioni sull’economia.
Da mesi il presidente della Bce, Mario Draghi, ripete come un mantra la promessa di tassi bassi, o anche inferiori all’attuale minimo storico dello 0,5%. E per dare ulteriore spinta alla ripresa, Francoforte è pronta anche a una nuova maxi iniezione di liquidità a lungo termine, la cosiddetta Ltro. Per l’analista di Hsbc, Steven Major, entrambe le mosse sono in arrivo “ma non la prossima settimana” perché un intervento adesso “potrebbe apparire affrettato e Draghi dovrebbe rimangiarsi parte delle sue valutazioni sulla ripresa”.
Semmai, l’unica novità consisterà nelle parole che Draghi sceglierà per ‘interpretare’ la dinamica di economia e prezzi in modo anche da far capire al mercato il clima che si respira all’interno del Board Bce e la possibile tempistica di mosse future. Ma intanto l’orientamento espansivo è stato già prezzato sui titoli di Stato con spread e rendimenti in netta discesa anche su Btp (ai minimi da maggio) e Bonos spagnoli. E dopo il successo delle ultime aste del Tesoro, ci si aspetta un buon risultato per il Btp Italia (in offerta da martedì a venerdì), anche se forse meno brillante delle passate edizioni per effetto del calo dell’inflazione che riduce l’appeal in termini di rendimento. Lunedì il Tesoro comunicherà il tasso reale minimo mentre, stando alle attese, l’emissione dovrebbe essere di almeno 10 miliardi e – come ha spiegato via XX Settembre – potrebbe chiudersi anticipatamente mercoledì.