FRANCOFORTE, 6 FEB – Effetto travolgente al positivo per le parole di Mario Draghi, che ha trascinato le borse europee e anche Wall Street.
“Non c’è nessuna deflazione“, semmai “L’Eurozona vedrà un periodo prolungato di bassa inflazione, destinata tuttavia a risalire“, “Faremo interventi decisivi, se necessari” e “Il calo dell’inflazione in Eurozona è dovuto al prezzo dell’energia”: sono i passaggi più importanti del discorso con cui il presidente della Bce Mario Draghi, ha spiegato la sua decisione di mantenere invariati i tassi d’interesse della Banca centrale europea, promettendo di restare ancora a lungo ai livelli attuali o inferiori.
Le prime reazioni alle rassicurazioni di Draghi, che ha escluso pericoli di deflazione, sono state positive: l’euro ha invertito la rotta sui mercati e, dopo un iniziale calo a seguito della decisione Bce che lo ha portato sotto quota 1,35 sul dollaro, è risalito decisamente superando 1,36.
Le borse sono letteralmente schizate all’insù. Il FTSE MIB ha chiuso in accelerazione con un balzo del 2,28%. Bene anche le altre Borse europee con rialzi superiori all’1,5%. In rialzo Wall Street.
La Borsa di Milano poi ha sovraperformto rispetto agli altri listini anche perché trainata dall’andamento dei titoli bancari che beneficiano del sentiment positivo sulla creazione di “bad bank” dove far confluire i crediti in sofferenza. Balzo di Mediobanca, bene anche Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Mps, Unipol. Scatto di Azimut dopo i dati sulla raccolta di gennaio. con un articolo di Stefania Spatti – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/7SeQp
La sintesi del discorso di Draghi:
La Banca centrale europea “monitora attentamente” gli sviluppi sui mercati monetari ed è pronta ad “azioni decisive” se necessarie. Il calo dell’inflazione dell’Eurozona allo 0,7% a gennaio, inferiore alle attese, è dovuto essenzialmente alla componente energetica e alimentare, due elementi che non fanno parte dell’inflazione core. “Dobbiamo chiederci se c’è deflazione: la risposta è no”.
“La ripresa è modesta ma mostra nuovi segnali incoraggianti”, anche se dobbiamo essere “estremamente cauti”. Le turbolenze sui mercati emergenti potrebbero pesare sulla ripresa nell’Eurozona, che resta ancora fragile ed irregolare.
Gli effetti della politica monetaria di bassi tassi della Bce non si riflettono a quelli applicati in Italia e in Francia. “Conservare l’opacità dei bilanci bancari non aiuterebbe”, ha detto Draghi, spiegando che i test per fare trasparenza sulle banche hanno provocato un impatto negativo sul credito a breve termine, ma che un ritorno di fiducia nel settore potrà aiutare nel medio e lungo termine.
In ogni caso “Una bassa inflazione a questi livelli per un periodo lungo è un rischio in sé, rispetto al quale siamo attenti e pronti ad agire”. Ha detto Draghi, ricordando anche che l’inflazione è stata in altri periodi decisamente superiore al 2% senza che la Bce agisse.
”Non ho un atteggiamento ‘cool’, per niente, davanti all’attuale livello d’inflazione, che è un rischio per la ripresa”. Così Draghi ha risposto a chi gli chiedeva come mai resti così calmo con una inflazione così bassa, ribadendo che l’Istituto centrale ”è pronto ad agire”.
Il fatto che la Banca centrale europea abbia già un programma di acquisto dei titoli di Stato, l’Omt, non sarebbe un impedimento alla possibilità di comprarne come strumento di politica monetaria se la Bce dovesse decidere il ‘quantitative easing‘, ha detto Draghi, secondo cui la possibilità di acquisti dei bond governativi sul mercato secondario è possibile senza violare il divieto di finanziamento monetario stabilito dai trattati.