FRANCOFORTE – La Banca Centrale Europea guidata da Mario Draghi ha deciso di non abbassare i tassi di interesse, lasciandoli invariati e comunque al minimo storico. Il “Refi”, tasso di rifinanziamento sui “pronti contro termine”, resta al minimo dello 0,25%.
Il tasso sui depositi resta allo 0%, il tasso marginale allo 0,75%.
C’era chi si aspettava un leggero taglio, ma per tranquillizzare i mercati Draghi ha spiegato in pubblico le sue decisioni e soprattutto le sue intenzioni: cosa farà se l’inflazione continua a restare sotto l’1% e la stretta sui prestiti alle imprese e sui mutui si farà sempre più soffocante?
“La deflazione non c’è, semmai c’è bassa inflazione”, che comunque “è un rischio in sé” e quindi la Bce è pronta ad intervenire, ha detto Draghi.
Prima della Bce, anche un’altra importante banca centrale, la Bank of England (BoE) guidata da Mark Carney, aveva lasciato i tassi d’interesse allo 0,50%, confermando il piano di riacquisto dei bond per 375 miliardi di sterline.
La prima reazione nel cambio euro/dollaro non è stata di nervosismo: la moneta unica è scesa di poco sotto la soglia di 1,35 rispetto al dollaro segnando quota 1,3497.
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