ROMA – La Banca centrale europea conferma i tassi di interesse dell’area Euro allo 0.25%, minimo storico fissato lo scorso mese. E il governatore Mario Draghi spiega: “Tassi e inflazione resteranno bassi a lungo”. Tutto per favorire la crescita che deve avvenire “senza nuove tasse”.
Una decisione, quella della Bce di non toccare i tassi, accolta a caldo senza sussulti dai mercati. Milano, poco dopo l’annuncio, attorno alle 14, segnava un -0.11%. Smentita, per ora, l’ipotesi circolata nelle scorse settimane di portare i tassi in territorio negativo.
La Bce continua quindi con la politica dei tassi bassi, più volte annunciata e spiegata la presidente Mario Draghi. E vista la situazione economica i tassi sembrano destinati a rimanere bassi a lungo: il 4 dicembre sono arrivati i dati sui consumi, ancora a a ribasso. La ripresa, insomma, resta debole e incerta.
Eppure la Banca Centrale migliora leggermente le sue previsioni per la crescita dell’Eurozona: ora i suoi economisti si aspettano un 2013 a -0,4% per il 2013, a 1,1% per il 2014 e 1,5 per il 2015. A settembre le stime erano a -0,4% per il 2013 e +1% per il 2014.
A preoccupare è anche l’inflazione, troppo bassa. Gli analisti prevedono per il 2015 un’indicazione di 1,3% o 1,4% che potrebbe tradursi in un intervento di politica monetaria già nei primi mesi dell’anno prossimo. La soglia obiettivo della Bce è un’inflazione al 2%. Ancora distante. Anche perché l’istituto ha di nuovo rivisto le stime per l’inflazione dell’Eurozona: ora i suoi economisti si aspettano un 2013 a 1,4% per il 2013 e 1,1% per il 2014 e 1,3% per il 2015. A settembre le stime erano per 1,5% per quest’anno e 1,3% per il prossimo.
Draghi nella conferenza stampa successiva alla decisione spiega che sia i tassi sia l’inflazione sono destinati a rimanere bassi a lungo. La Bce ha spiegato il presidente userà “tutti gli strumenti a disposizione” di fronte ai rischi per la stabilità.
Draghi quindi invita a non risanare attraverso nuove tasse. Secondo Draghi le politiche di risanamento dei conti pubblici nell’Eurozona dovrebbero favorire la crescita e avere un’ottica di medio termine, “minimizzando gli effetti distorsivi” di un aumento delle tasse.