Befera (Agenzia delle Entrate): “Non tollerabile democrazia fondata sul deficit, serve lotta all’evasione”

Attilio Befera

In questo momento di crisi economica l’Italia non può più permettersi una ”democrazia fondata sul deficit” e per recuperare risorse deve puntare sulla lotta all’evasione anche attraverso la diffusione dell’idea che ”l’evasione è un danno per tutti compreso colui che evade”. E’  la posizione del  direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, nel corso del suo intervento al VI convegno regionale Agenzia-Codis (coordinamento degli ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili della Lombardia) a Bergamo.

”Dobbiamo renderci tutti quanto conto che la democrazia fondata sul deficit non esiste più – ha detto Befera – Lo stato italiano non può più permettersi di continuare a produrre un deficit che, anche se apparentemente piccolo, in valore assoluto è rilevante. Quando parliamo del 3% nel rapporto deficit-Pil stiamo parlando di un ulteriore incremento del debito pubblico di 50 miliardi di euro”.

”Questo non è più  possibile a meno che non vogliamo rischiare di pagare quella tassa occulta che sono gli interessi sul debito per cifre astronomiche”, ha detto Befera ricordando che gli spread tra i titoli di stato italiani e tedeschi sono saliti a 200 punti base e che in altri Paesi dove i conti pubblici non sono stati tenuti in ordine sono toccano i 600 punti base. Per migliorare le condizioni economiche dello Stato, a meno di non voler tagliare le spese o aumentare la pressione tributaria, la strada da battere è quella ”del recupero dell’evasione, da noi particolarmente elevata e che se ben fatta può provocare risultati estremamente positivi per la tenuta conti pubblici e la riduzione del deficit”.

Per sconfiggere la piaga dell’evasione occorre però anche superare ”un problema culturale” che è quello ”di far capire che l’evasione è un danno per tutti compreso colui che evade” perché con il suo comportamento contribuisce alla ”democrazia del deficit, perché anche l’evasore è costretto a finanziare il pagamento degli interessi sul debito, perché  la concorrenza sleale è nociva e fa uscire dal mercato le imprese sane, perché il reinvestimento di quanto sottratto al fisco non dà mai il massimo rendimento in quanto si tratta di denaro nero”.

”Se riusciamo a far passare l’idea che evasore non e’ un furbo forse vinciamo ma se non passa questo concetto” anche in chi ”in qualche modo partecipa all’evasione, come chi paga in nero un servizio, forse l’evasione non riusciremo a sconfiggerla”.

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