Benzina per decreto di governo 30 centesimi in meno al litro, i 30 centesimi ce li mette lo Stato, il bilancio pubblico. Trenta centesimi al litro in meno è più di quanto non abbiano fatto paesi fino a ieri indicati come esempio da seguire in fretta, però per un meccanismo socio-politico noto e ricorrente, lo sconto sul prezzo della benzina (e degli altri carburanti) pagato dallo Stato raccoglie in termini di umori di pubblica opinione solo attutiti mugugni.
30 centesimi in meno, poco! Ma 30 cent in più era appena ieri la rovina.
Trenta centesimi, quanto è 30 cent in meno al litro? Poco, è poco, una miseria. Mediamente il ribasso è accolto come il minimo che lo Stato dovesse fare, anzi meno del minimo. Però trenta centesimi in più è la stessa misura che ha fatto gridare alla rovina, alla insostenibilità. Dunque quanti sono 30 centesimi al litro di benzina? Dipende: secondo pubblica opinione (mediaticamente raccolta) sono una enormità se sono 30 cent in più, una miseria se sono 30 cent in meno.
Maledetti, sempre
Come da formula classica (quella che vuole pochi, maledetti e subito i soldi che si incassano) i 30 centesimi in meno non suscitano una qualche per così dire empatia verso chi (governo) decide lo sconto e chi lo paga (bilancio pubblico). Viene vissuto come una sorta di atto tanto dovuto quanto insufficiente.
Solo per 30 giorni
Questo, i 30 giorni e non i 30 centesimi, è il lato corto del calo del prezzo. Un mese di sconto garantito è troppo poco (anche se governo lascia intravedere possibile proroga). I trenta centesimi invece assorbono buona parte dell’aumento sofferto come insostenibile: la benzina tornata a 1,7 al litro viaggia ad un prezzo già altre volte e non certo per poco tempo assorbito e sostenuto da consumatori e aziende.
Ma non subito, i benzinai lenti
Molti benzinai, molte stazioni di rifornimento ieri vendevano a 1,7 al litro, applicavano lo sconto dei 30 cent. Molti, moltissimi benzinai lo facevano già ieri. Dimostrando che quelli che non lo facevano non la contavano giusta. Perché stazioni di rifornimento (non pochissime) continuavano ieri a vendere benzina a 2,2 al litro. Perché? Qualcuno sosteneva di non aver ricevuto la mail, quindi di “non essere stato informato dall’azienda fornitrice”. Altri, i più, dicevano di dover prima vendere a 2,2 al litro il carburante che avevano in cisterna, carburante comprato al prezzo precedente. Scuse, balbettii, melina, mezze verità e anche meno di mezze, erogate a coprire un vizio antico e sembra inestirpabile: fare i furbi, stavolta della pompa.