ROMA – Arriva una nuova ministangata sulla benzina: da oggi sono salite di 4 centesimi al litro le accise sia sulla verde che sul diesel allo scopo di ''fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale'' dovuta ''all'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa''.
Ma non finisce qui: già da venerdì primo luglio l'aumento salirà a quasi 4,2 centesimi, visto che scatterà il secondo scaglione di rincaro previsto per il finanziamento del Fondo unico per lo spettacolo (Fus).
Ecco che nel giro di tre giorni si rischia di bruciare gran parte dei cali accumulati nell'ultimo mese. Basti pensare che secondo i calcoli di Nomisma Energia un pieno-tipo costa da oggi 2,5 euro in più, e da venerdì ben 3 euro.
I rincari di oggi sono, quindi, legati al'urgenza provocata dalle ondate migratorie e sono stati stabiliti dall'Agenzia delle Dogane, con riferimento alla legge Milleproroghe, che dà la possibilità di ricorrere alle accise in situazioni di emergenza.
Mentre gli aumenti che si aggiungeranno a partire da venerdì primo luglio riguardano la fase due del rincaro modulare previsto a primavera dal decreto Omnibus per cultura e spettacolo, o meglio per il finanziamento del Fus. Cosi', dal primo luglio al 31 dicembre 2011, le accise saliranno a quota 613,20 euro per mille litri sulla verde e 472,20 euro per mille litri sul gasolio.
E così è forte il rischio di cancellare l'ondata di ribassi che ha investito i listi dei carburanti nell'ultimo periodo, dal 19 maggio ad aggi si tratta di circa 6 centesimi (con riferimento alle compagnie market leader).
Cali spinti dal ribasso dei petrolio, sceso qualche giorno fa a New York addirittura sotto quota 90 dollari al barile.
Al riguardo, i calcoli di Nomisma Energia parlano chiaro. Applicando al rialzo delle accise gli aumenti l'Iva, spiega, ''l'aggravio per gli automobilisti da oggi si traduce, considerando un'auto di media cilindrata con un pieno medio di 50 litri, in 2,5 euro a 'pieno'. Un aumento che salirà a 3 euro dal primo luglio''.
Si tratta, sottolinea il presidente Davide Tabarelli, della crescita ''più alta delle tasse sui carburanti dalla decisione del governo Dini del febbraio 1995 che, con le tasse sulla benzina, cercò di tamponare il grave peggioramento dei conti pubblici''.
Considerando un anno interno, Nomisma Energia, inoltre, stima che la stangata peserà sulla spesa di una famiglia standard per circa 30 euro.