Il prezzo di benzina e gasolio dovrebbe scendere di 15 centesimi. Il Governo ci pensa, giura che accadrà a breve, brevissimo, ma non da quando. Probabilmente, almeno è l’auspicio di milioni di cittadini e lavoratori, già da questo weekend. Nel senso che il 19-20 marzo il carburante potrebbe costare intorno ai 2 euro al litro. Forse, speriamo.
Un prezzo sempre alto rispetto a quanto eravamo abituati, ma sempre meglio dei picchi di 2,3 – 2,4 al litro (se non oltre) toccati dall’inizio della guerra in Ucraina. Ma come si fa a tagliare il prezzo di benzina verde e diesel? Il meccanismo allo studio del Governo è quello della accisa mobile.
Benzina e gasolio, prezzo giù di 15 centesimi: il Governo pensa all’accisa mobile
Il Governo sta ragionando su un meccanismo di “accisa mobile“, introdotto con la Finanziaria del 2007. Che consente di destinare al taglio delle accise gli incassi Iva non previsti perché legati a un aumento dei carburanti.
La norma potrebbe anche essere applicata, direttamente, con decreto ministeriale, perché è ancora in vigore, ma prevede interventi trimestrali: al momento i calcoli dell’extragettito sono ancora in corso e si statrebbe valutanto intanto di abbattere le accise di 15 centesimi per due mesi, in attesa di vedere le evoluzioni del mercato (e del conflitto).
Prezzo del carburante, con il taglio di 15 centesimi al litro quanto si risparmia?
11 euro al mese. E’ questo, secondo le stime di Facile.it, il risparmio medio per un automobilista italiano se il Governo ridurrà effettivamente il peso delle accise di 15 centesimi di euro a litro.
L’intervento porterebbe i prezzi alla pompa a circa 2 euro al litro nella modalità self. La spesa media mensile per fare rifornimento oggi 17 marzo è arrivata, rispettivamente, a 167 euro per la benzina e 160 euro per il diesel. Con l’intervento ipotizzato dal Governo la spesa mensile scenderebbe a 156 euro al mese per fare il pieno ad un’auto a benzina e 149 euro per una a diesel.
Il taglio delle accise riuscirebbe solo parzialmente a contrastare gli aumenti record delle ultime settimane: con i prezzi calmierati, in un mese un automobilista spenderebbe, in benzina, circa 36 euro in più (+30%) rispetto allo scorso anno; 44 euro in più (+42%) se si tratta di diesel.
Intanto Eni ha fatto il secondo intervento di seguito di taglio dei prezzi e ha ridotto di 5 centesimi la benzina e di 7 cent il diesel. Il giro di ribassi ha coinvolto anche altre compagnie dopo che le quotazioni dei prodotti petroliferi in Mediterraneo avevano chiuso di nuovo in forte discesa. I prezzi praticati sul territorio, in attesa di recepire queste riduzioni, mostrano ancora code di rialzi con 2,223 euro/litro medi per la benzina in modalità self 2,230 euro/litro per il diesel.
La protesta dei Tir: sciopero dal 4 aprile
I tir si fermeranno dal 4 aprile per protesta contro il caro carburanti. Gli autotrasportatori chiedono provvedimenti “concreti e certi e a oggi non è previsto nulla di tutto questo”, affermano le federazioni aderenti a Unatras annunciando la serrata che seguirà le mobilitazioni territoriali di sabato 19 marzo. Non ha placato la protesta l’incontro al ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili di martedì sera.
Il viceministro Teresa Bellanova ha presentato interventi allo studio del governo che vengono bollati come “insufficienti” da Confartigianato Trasporti, Fita Cna, Fai Conftrasporto, Fiap, Sna Casartigiani, Unitai, Lega delle Cooperative e Confcooperative.
Nella norma, Bellanova punterebbe ad inserire alcuni punti del protocollo d’intesa illustrato alle associazioni, a partire dal rispetto della clausola di adeguamento del costo del carburante tra gli autotrasportatori e la committenza e i costi indicativi di riferimento, aggiornati almeno trimestralmente dal ministero, da rendere obbligatori per i contratti non scritti.
Sarebbe probabile anche l’eliminazione per il 2022 del contributo dovuto dal settore all’autorità di regolazione dei trasporti. Non sarebbe escluso, inoltre, un intervento orizzontale di taglio sull’Iva per tutti.