Carburanti alle stelle. Rincari ad effetto domino. La benzina ha raggiunto il picco del 19 ottobre scorso. Consumatori in rivolta. Spiega il Codacons: ”Un pieno costa 7,3 euro in più rispetto a inizio anno. E poi, altro calcolo: ”Con due pieni al mese, si spenderanno 176 euro in più in un anno”. Che fare, allora? Resta un solo (piccolo) rimedio : imparare a individuare il distributore più conveniente.
PREZZI MAI COSÌ ALTI DA 6 MESI – Dopo l’impennata d’agosto e il bis in autunno, è tornato dunque a salire il costo dei carburanti. Siamo tornati al picco di 6 mesi fa. Dopo il saliscendi del petrolio e l’aumento delle quotazioni internazionali anche dei prodotti raffinati, in Italia il prezzo medio della benzina in modalità ”self” è 1,911 euro al litro. Dai distributori ”no logo” si risparmia qualcosa. Tutto è aumentato. E in autostrada va ancora peggio come denuncia Assoutenti: i prezzi della benzina sono tornati a sfondare la soglia psicologica dei 2,5 € al litro al servito; media che riguarda l’intera rete.
PERCHÉ I RINCARI DEL PREZZO DEI CARBURANTI – Una ragione c’è. E la spiega Roberto Degl’Innocenti, esperto del settore petrolifero: ”I rincari del prezzo della benzina al distributore sono conseguenza dell’aumento delle quotazioni internazionali”. L’esperto suggerisce un piccolo rimedio, un suggerimento per limitare il danno economico: ”Gli automobilisti che devono fare benzina, devono imparare a confrontare i numeri con attenzione, utilizzando l’OsservaPrezzi Carburanti, per scoprire on line quali sono gli impianti che hanno i prezzi più bassi soprattutto in modalità self service. Questa valutazione preliminare è uno strumento utile per risparmiare somme consistenti, se si fa il pieno”.
I RINCARI A CASCATA SUGLI AUTOTRASPORTATORI – I più colpiti dai rincari, secondo Coldiretti, sono gli autotrasportatori. In Italia l’88% delle merci che arrivano sugli scaffali dei negozi e supermercati viaggiano su gomma. Dunque i costi della logistica vanno a incidere anche sulle merci. Questa situazione, si legge in una nota ”peggiora il deficit competitivo dell’Italia, per colpa dei ritardi infrastrutturali, con il costo medio per le merci del trasporto pesante tra i più alti di Paesi come la Francia e la Germania”.