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Benzina: nessun aumento accise, governo lo cancella. Era 0,5 cent a litro

di admin |31 Ottobre 2016 10:04

Una pompa di benzina ANSA/ANGELO CARCONI

Il prezzo della benzina rimane (per ora) invariato. Non ci sarà un aumento delle tasse del governo (le accise) sulla benzina. Per mezza giornata era circolata sul web una brutta notizia: dal primo gennaio 2017 le accise sulla benzina e sul gasolio sarebbero aumentate di 0,5 centesimi di euro al litro per effetto della Legge di Stabilità del 2014 elaborata dall’allora governo presieduto da Enrico Letta.

Il governo Renzi ha cancellato, nel testo della legge di Stabilità 2017 che poi dovrà essere approvata dal Parlamento, l’entrata in vigore automatica dell’aumento delle tasse sulla benzina, prevista per il biennio 2017-2018. Un automatismo che finora non era stato “disinnescato” e che prevedeva di portare nelle casse dello Stato entrate aggiuntive per almeno 220 milioni di euro nel 2017 e per 199 milioni di euro nel 2018.

A dare l’allarme e la “sveglia” al governo Renzi è stata la Cgia di Mestre, che con il suo ufficio studi aveva ricordato l’imminente rincaro della benzina, sottolineando come dal 2011 era già stati 8 gli aumenti della tassazione sui carburanti che avevano portato a un’aumento del 29,1% delle accise sulla benzina e del 46% su quelle del gasolio per autotrazione. Aveva avvertito Paolo Zabeo, del centro studi della Cgia di Mestre:

“Speriamo che con la legge di Bilancio 2017 l’esecutivo sterilizzi questo rincaro. Sebbene il prezzo del petrolio sia molto contenuto, il prezzo del carburante alla pompa rimane troppo elevato soprattutto a causa del livello di tassazione che su un pieno di benzina incide per il 69% e in quello di gasolio per il 67%. Un livello che in entrambi i casi è al top in Ue. Se questo ritocco all’insù delle accise non verrà bloccato oltre agli automobilisti saranno penalizzate tutte le categorie che utilizzano quotidianamente un’auto o un camion per ragioni professionali: come i taxisti, gli agenti di commercio, gli autonoleggiatori, gli autotrasportatori e i piccoli padroncini”.

Il segretario della Cgia Renato Mason aveva ricordato come già, senza ulteriore aumento delle accise, l’Italia avesse il prezzo dei carburanti più alto fra i Paesi della zona Euro: “Gli ultimi dati riferiti al 24 ottobre scorso ci dicono che da noi il gasolio costa 1,335 euro al litro, contro una media dell’eurozona di 1,165 euro. Va un po’ meglio quando siamo chiamati a rifornirci di benzina, solo perché in Olanda (1,524/l) il costo è superiore al nostro: in Italia infatti il prezzo medio è di 1,487 euro al litro. Un valore nettamente superiore alla media dei paesi che adottano la moneta unica che è pari a 1,356 euro al litro”.

Intanto il Centro Studi Promotor aveva pubblicato un report in cui si calcolava che nei primi nove mesi dell’anno, rispetto al periodo corrispondente del 2015, i consumi di benzina e gasolio per autotrazione sono calati dello 0,3%, mentre la spesa è scesa da 42,174 miliardi a 37,605 miliardi di euro con un calo di 4,569 miliardi (-10,8%). Un calo costituito per 915 milioni da minor gettito fiscale e per 3,654 miliardi da minori ricavi per l’industria e la distribuzione dei carburanti.

Lo studio rileva però come con il passare dei mesi si stia attenuando il risparmio rispetto al 2015 delle famiglie e delle imprese italiane nell’acquisto di benzina e gasolio per autotrazione, determinato da prezzi alla pompa più bassi in presenza di consumi sostanzialmente stabili. In gennaio infatti  questo risparmio era stato di 497 milioni, mentre in settembre la minor spesa su settembre 2015 è stata di soli 61 milioni. La ragione di questa situazione – precisa il Centro Studi Promotor – è che la tendenza dei prezzi dei carburanti si è invertita a partire dall’inizio del marzo scorso. Pertanto, mentre nel 2015 il risparmio era stato di ben 7 miliardi, nel 2016 dovrebbe essere contenuto al di sotto dei 5 miliardi e vi è la concreta prospettiva – sottolinea la nota – che la spesa aumenti nel 2017.

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