Berloni, made in Italy con gli occhi a mandorla. Le cucine ai cinesi di Hcg

Berloni, made in Italy con gli occhi a mandorla. Le cucine ai cinesi di Hcg
Berloni, made in Italy con gli occhi a mandorla. Le cucine ai cinesi di Hcg

PESARO – Berloni, storico marchio del mobile made in Italy cambia bandiera. Dopo una lunga trattativa la cucina italiana per antonomasia finisce nelle mani dei taiwanesi di Hcg. Un passaggio obbligato per garantire la sopravvivenza dell’azienda, ora in concordato preventivo. Alla famiglia Berloni resta in mano il 6% e tre posti nel Cda, il 44% va ad Intermedia, mentre il 50% sarà appunto in mano alla Hcg. Ha lottato Marcello Berloni, patron dello storico marchio di mobili, per garantire la sopravvivenza dell’azienda di Chiusa di Ginestreto, perché la crisi “ormai cronica del settore dell’arredamento”, aveva detto qualche tempo fa, non ha fatto sconti al gruppo di famiglia.

La Hcg di Taiwan è una holding che spazia dal mobile all’edilizia fino alla componentistica per le armi, con un fatturato di 250 milioni e quotazione in Borsa.

“Ora – ha detto Berloni parlando ai giornalisti e ai rappresentanti di Confindustria e delle istituzioni – mi interessa che il marchio continui a vivere e a operare a Pesaro. Se vorranno, io rimarrò presidente onorario della società ma si sappia che per salvare l’azienda ho messo sul piatto tutto quello che avevo, comprese le mie case. Come uomo e come imprenditore ho la coscienza a posto”. L’azienda è in concordato preventivo, che dovrà essere omologato dal tribunale di Pesaro.

“Sapere oggi – ha commentato Berloni – che il nome Berloni, dopo cinquant’anni, potrà continuare il suo percorso in Italia e nel mondo non solo mi rende felice ma mi fa immaginare che tutto questo, anche le recenti vicissitudini, potranno tradursi in un forte connubio tra tradizione e innovazione. Sono certo che sapremo collaborare affinché lo spirito della nostra azienda possa sposarsi con progetti innovativi sia in campo industriale che finanziario”.

“Partiamo con 100 persone e un fatturato stimato di 8,5 milioni – ha annunciato Giovanni Gioli presidente della nuova Berloni Group e futuro ad – ma contiamo anche di arrivare al 2017 con 57 milioni di fatturato, per cui è possibile che molti operai vengano nel tempo riassorbiti”.

Alla famiglia Berloni resta in mano il 6% (e tre posti nel cda), il 44% va ad Intermedia, mentre il 50% sarà appunto in mano ai tawanesi. E ripercorrendo la trattativa con il gruppo, il figlio di Marcello, Roberto, ha avuto più volte la voce spezzata dalla commozione. Erano presenti anche il sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli, e il presidente della Provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci, che hanno seguito le delicate fasi della vertenza dell’azienda fortemente radicata sul territorio.

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