Berlusconi: “Brave le banche, il peggio è passato”. Ma Draghi non è così sicuro

Costretto in casa dalla scarlattina, Berlusconi non rinuncia ad intervenire nel dibattito pubblico: talvolta telefona in diretta tv, più spesso manda messaggi, come oggi – giovedì 29 ottobre –  in occasione della giornata mondiale del risparmio organizzata dall’Acri.

In questa sede non poteva non compiacere gli ospiti, esprimendo tutto l’apprezzamento del governo per la tenuta del sistema bancario durante la recessione e sperticandosi in elogi: «Le banche italiane hanno affrontato la crisi in condizioni migliori rispetto a quelle di tanti altri Paesi». Sembra un messaggio destinato soprattutto ad uso strettamente interno, come dire che il tempo degli sfoghi tremontiani contro il potere bancario è definitivamente tramontato. Siamo a un’altra stagione, si volta pagina. Pare già passato un secolo, ma giusto per la cronaca, quando Tremonti diceva che «le banche preparano un’altra crisi», testualmente, era l’inizio di ottobre.

«Il peggio della crisi finanziaria sembra sia alle nostre spalle ed è iniziata, sia pure lentamente, la ripresa». Il messaggio di Berlusconi è tutto improntato all’ottimismo, soprattutto per superare  quel particolare atteggiamento negativo definito “‘pessimismo statico”. Guardare al bicchiere mezzo pieno, d’altronde, è la ragione sociale della sua attività politica.

Presente al convegno c’era anche Mario Draghi. Sì, l’avvitamento finanziario che ha innescato la caduta delle nostre economie è grosso modo terminato, in sintesi questo è il ragionamento del governatore di Bankitalia. Ma per mestiere lui il bicchiere deve vederlo mezzo vuoto: «Siamo meno sicuri che si stia effettivamente avviando una ripresa duratura, che non poggi solo sul sostegno straordinario delle politiche economiche».

In un anno – è la fredda logica dei numeri – sono stati persi 650.000 posti di lavoro ed è probabile che negli ultimi mesi del 2009  saranno registrate «ulteriori perdite di occupazione in questi mesi finali dell’anno» – aggiunge Draghi. C’è poco da festeggiare, ma non ditelo a Berlusconi, che già deve combattere la scarlattina.

Gestione cookie