Esselunga. Arbitrato dà ragione a Bernardo Caprotti. I figli: “Faremo ricorso”

Bernardo Caprotti (LaPresse)

MILANO – Bernardo Caprotti ha vinto l’arbitrato di Esselunga. I figli Giuseppe e Violetta hanno annunciato che faranno ricorso sul lodo. Il Collegio Arbitrale ha deciso che l’appropriazione da parte di Caprotti delle azioni dei due figli, avvenuta nel febbraio 2011, era nei suoi diritti secondo i patti sottoscritti. Giuseppe e Violetta sottolineano però che il lodo è stato pronunciato a maggioranza con una ferma e durissima presa di posizione dell’arbitro Natalino Irti, il quale ha evidenziato gravi violazioni processuali nonché giudizi arbitrali contrari a principi di ordine pubblico.

Dalla fine degli anni Novanta, prima della rottura col primogenito Giuseppe, allontanato dall’azienda all’inizio del 2005 dopo due anni da amministratore delegato, il patron di Esselunga, oggi 86enne, aveva tenuto per sé solo una quota poco superiore all’8% di Supermarkets Italiani, la holding che controlla il 100% di Esselunga Spa. Il restante 92% circa era stato assegnato, attraverso la fiduciaria Unione Fiduciaria (gruppo Bipiemme), in tre parti uguali ai figli di primo letto Giuseppe e Violetta, e a Marina, avuta dalla seconda moglie, con l’usufrutto del padre su circa un terzo delle quote.

A febbraio del 2011 si scopre che il patron di Esselunga, senza darne comunicazione e senza versare alcun corrispettivo, ha intestato a se’ le azioni dei figli. Giuseppe e Violetta reagiscono e ricorrono a un arbitrato, secondo quanto peraltro previsto dagli accordi siglati a suo tempo col padre, per ripristinare le condizioni precedenti. Sulla vicenda, che non sembra certo conclusa, pende tra l’altro un separato giudizio presso il tribunale di Milano volto – come ricordano i figli di Caprotti – a ripristinare la legalita’.

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