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Biglietto aereo, cosa paghi in più? 10€ posto a scelta, bagaglio fino a 130

di admin |5 Settembre 2012 11:39

ROMA – Posto a scelta 10 euro in più, per i bagagli in stiva paghi fino a 130 euro. Poi il menu ed il merchandise. Questi sono solo alcuni dei servizi che fanno lievitare il prezzo dei biglietti aerei. Extra sulla tariffa che nel 2011 hanno portato 18 miliardi di euro in più nelle casse delle compagnie aeree. Il costo degli extra in 2 anni ha fatto aumentare i ricavi del 66%.

Addio ai biglietti tutto incluso di 10 anni fa, ora le compagnie aeree spacchettano i servizi extra e li rivendono a caro costo. Questo il risultato dell’indagine svolta da IdeaWorks e Amadeus. La United Continental è la compagnia che ha incassato di più, con i suoi oltre 4 miliardi di ricavi.

Al sesto e settimo posto le low cost EasyJet e Ryanair con rispettivamente 890 e 886 milioni di euro in più dagli extra. Alitalia invece ha incassato “solo” 150 milioni di euro in più, con un incremento del 6% degli servizi accessori rispetto al 2009.

Il bagaglio in stiva è il primo extra a cui fare attenzione. Se Alitalia e le grandi compagnie ne includono uno del peso di 20 chilogrammi, con la low cost Ryanair si paga fino a 130 euro in più in funzione del peso, della stagione e della modalità di pagamento. L’errore di dare per scontato che l’imbarco del primo bagaglio sia gratuito costerà fino a 4 volte di più in aeroporto rispetto che alla prenotazione online.

La scelta del posto costa “appena” 10 euro in più, ma guai con Ryanair a dimenticare di eseguire il check in online: gratuito dal web, in aeroporto costerà al viaggiatore ben 60 euro in più. L’imbarco prioritario costa 6 euro con Ryanair, mentre Alitalia lo riserva al costo di 30 euro, ma includa anche l’ingresso alla saletta vip.

Aureliano Cicala, responsabile Servizi ancillari di Alitalia, ha spiegato sulla tendenza dello spacchettare i servizi extra: “La direzione è questa, anche se le compagnie low cost e statunitensi sono più agguerrite, a partire dall’imbarco dei bagagli. Noi non vogliamo lowcostizzare i servizi, ma segmentare (chi paga di più ha di più) e fornire delle esperienze di viaggio differenziate”.

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