Bilancio Ue, accordo fallito: “Guerra su fondi, sconti e Londra”

Bilancio Ue, accordo saltato: “Meglio rimandare che forzare”

BRUXELLES – Si chiude senza intesa il vertice straordinario di Bruxelles dedicato al bilancio. Secondo quanto riferito da fonti diplomatiche a margine del summit, i 27 hanno fatto proprie le parole di Jean Claude Juncker ovvero ”non ci sono né vincitori, né vinti”. Il vertice, secondo le stesse fonti, ha affidato al presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy il ”mandato” di presentare una nuova bozza di compromesso che sarà discusso in un successivo vertice.

Troppo forti le divisioni, tra fautori della linea del rigore (guidati dalla Gran Bretagna) e Paesi mediterranei. Il presidente del Consiglio d’Europa,Van Rompuy, ha presentato una nuova proposta, ma questa sostanzialmente non è stata discussa. Ci si è limitati a verificare che possa costituire una base per il negoziato che non si fermerà. Dandosi appuntamento all’inizio dell’anno, probabilmente a febbraio secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche di una delegazione Ue. “C’è la possibilità di trovare un accordo all’inizio del 2013” ha detto Van Rompuy.

Ottimismo condiviso da Mario Monti. “C’è un sufficiente potenziale di convergenza” tra i Ventisette che permette di guardare a un “accordo sul bilancio Ue per gli inizi del prossimo anno”, ha spiegato il presidente del Consiglio, osservando che anche se “il bilancio europeo è uno strumento molto importante per la coesione, la crescita e l’occupazione dell’unione” il fatto di “non aver raggiunto un accordo oggi non pregiudica nulla”.

“Il risultato oggi non c’è stato, ma questo non sorprende, non è la prima volta e non sarà l’ultima – ha proseguito il Professore -, E’ successo altre volte che l’accordo sul bilancio settennale non è stato chiuso al primo tentativo, non bisogna stupirsi”. “Ci siamo opposti a un accordo al ribasso”, ha detto Monti parlando della posizione italiana.

”Ieri sera ho parlato con Angela Merkel, lunedì ci sarà l’accordo sulla Grecia“, ha detto il presidente francese, Francois Hollande, specificando che “ridaremo alla Grecia quello che abbiamo guadagnato su un certo numero di titoli”.

Il vertice aveva lo scopo di rinnovare l’accordo sul bilancio, cosa che accade ogni 7 anni. Attualmente la spesa è di mille miliardi in 7 anni ed è pari all’1% del pil Ue. Mille miliardi divisi in 2 grandi capitoli: sussidi all’agricoltura e l’aiuto agli stati poco sviluppati economicamente. Fino al 2000 l’Italia è stata un contribuente passivo, ovvero prendeva più di quanto versava. Dal 2000 in poi però, essendo entrati altri Paesi economicamente peggio, l’Italia è diventata un contributore attivo.

La rottura con la Gran Bretagna a cui si fa riferimento è dovuta al fatto che David Cameron ha detto che i mille miliardi devono diventare 800, questo anche perchè Londra gode (è scritto nella costituzione Ue) di uno sconto pari a circa il 4%. La Germania ha detto no ad un taglio così grande.

Ma la rottura non ruota tanto sulle possibili cifre del taglio ma se si va a togliere fondi all’agricoltura. In questo caso infatti l’Italia e la Francia verrebbero decisamente penalizzate mentre se si dovessero tagliare iniziative e ricerche scientifiche l’Italia non ci rimette un euro. Dipende tutto quindi dai capitoli di spesa e Mario Monti lo sa: “Robe penalizzanti non le firmiamo. Tagliamo pure ma non possiamo essere contributore attivo se poi ci togliete da dove prendiamo”.

Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha spiegato che “il rinvio dell’accordo non è affatto un dramma e che il bilancio dovrebbe essere approvato all’inizio del 2013″. Non arrivare a un accordo nei tempi previsti sul bilancio Ue 2014-2020 avrebbe ”costi enormi in termini politici, economici e sociali”. Questo il monito lanciato dal presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso, il quale ha inviato Consiglio e Parlamento a trovare un compromesso.

Gli sconti di cui godono una serie di stati, ed in particolare quello britannico, sono ”accettati” dalla Francia, ma il loro peso deve essere ”distribuito fra tutti”, ha detto il presidente francese Francois Hollande. “Oltre alla Gran Bretagna altri cinque Paesi hanno detto no alla proposta Van Rompuy: Germania, Svezia Danimarca, Finlandia e Olanda”. Lo ha detto il premier britannico David Cameron al termine del vertice Ue. ”Bisogna fare più tagli”, ha insistito Cameron.

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