Boeing: Dreamliner resta a terra, dopo il fumo bloccata in Usa e Giappone

Boeing Dreamliner (foto Ansa)

TOKYO – I guai iniziano dal Giappone e subito dopo arrivano negli usa. Nella bufera finisce il Boeing 787 Dreamliner: le compagnie nipponiche ANA e Jal hanno deciso di bloccare, rispettivamente, i 17 e i 7 modelli posseduti ”per urgenti controlli sulla sicurezza”.

Una decisione imitata a poche ore di distanza dall’autorità dell’aviazione civile Usa (Federal Aviation Admistration, Faa), che ha ordinato lo stop temporaneo degli stessi mega jet in uso alle compagnia americane in attesa che venga messo a punto con il produttore e le compagnie aeree un piano di azione correttivo tale da consenta alla flotta di 787 di riprendere le operazioni il prima possibile”, ma ”nel modo piu’ sicuro”.

A mettere a terra il colosso dei cieli è stata la disavventura capitata questa volta al volo 692 della All Nippon Airways (ANA), partito mercoledì mattina da Yamaguchi e diretto a Tokyo Haneda, è stato costretto a un quarto d’ora circa dal decollo a un atterraggio d’emergenza a Takamatsu (alle ore 8.47 locali, le 00.47 in Italia), sempre nel Giappone occidentale, a seguito di un errore alla batteria che è comparso sul quadro comandi quando il velivolo era a 9.000 metri di altitudine e un fumo bianco, segnalato da una spia d’allarme, è stato rilevato nelle cabine di passeggeri e piloti.

”Era come se la plastica stesse bruciando”, ha raccontato un passeggero ai microfoni della tv pubblica, la Nhk. L’ipotesi più accreditata punta sul malfunzionamento legato alla batteria agli ioni di litio sistemata con la centralina elettrica sotto la cabina dei piloti (e sulla quale anche la Faa intende approfondire i controlli prima di far riprendere i voli dei 787 negli Usa).

Le batterie – prodotte dalla nipponica GS Yuasa e uno dei segreti del 787 capace di generare un risparmio di carburante del 20% rispetto agli aerei tradizionali – potrebbero a quanto pare incendiarsi se sovraccaricate.

Il nuovo e grave problema dell’avveniristico aereo, disegnato per rivoluzionare l’aviazione civile grazie ai bassi consumi per la leggerezza del velivolo in gran parte in fibra di carbonio piuttosto che in alluminio, non ha avuto conseguenze serie per i 129 passeggeri e gli 8 componenti dell’equipaggio che hanno abbandonato il velivolo con gli scivoli gonfiabili di emergenza, in linea con le procedure di sicurezza che hanno segnato un bilancio finale di 5 feriti lievi.

L’episodio è l’ultimo di una serie di disfunzioni (sette a partire dal 7 gennaio) sugli aerei dei due vettori che hanno interessato a vario titolo perdita di carburante, lesioni del finestrino della cabina piloti, difetti all’impianto elettrico, e che hanno messo sotto accusa il 787 al punto da spingere ANA, prima compagnia al mondo ad averlo ricevuto dopo diversi rinvii, e la rivale Jal a fermare i Dreamliner per test sulla sicurezza.

Le due societa’ hanno 24 dei 50 aerei consegnati a livello globale dalla Boeing e che subiranno ”un check-up generale” sotto la supervisione della Japan Transportation safety board.

Il ministro dei Trasporti nipponico Akihiro Ota ha definito l’atterraggio d’emergenza ”un serio incidente che avrebbe potuto causare un grave incidente”, ritenendo prioritario fare chiarezza sull’episodio per rassicurare l’opinione pubblica.

”Non siamo in una situazione tale da cambiare le strategie che perseguiamo”, ha assicurato il numero uno del vettore, Shinichiro Ito, dopo l’incontro avuto con Ota, mentre il suo top manager in conferenza stampa si scusava con tanto di inchino ”per l’emergenza creata”. Ito ha confermato la validita’ dei progetti della compagnia sviluppati sulla disponibilita’ di 66 Dreamliner totali entro il 2021. ANA e Jal sono tra i principali committenti del 787 per ordini combinati pari a 111 unita’. Alla Borsa di Tokyo, dove ANA ha perso l’1,6% e Jal ha invece guadagnato l’1,8% sulle maggiori difficolta’ della rivale, i fornitori di componenti del Dreamliner hanno accusato pesanti perdite: GS Yuasa ha ceduto piu’ del 4%, cosi’ come Toray Industries (materiali in fibra di carbonio). Mentre Fuji Heavy Industries, Mitsubishi Heavy Industries e IHI han perso il 3-4%, a fronte del Nikkei che ha chiuso a -2,56%. Mentre a Wall Street il titolo Boeing e’ precipitato del 3,4% (e di quasi un punto e mezzo nell’after hours) trascinando al ribasso il Dow Jones.

Da Parigi, l’Airbus, che adotta batterie agli ioni di litio per i suoi A350 – antagonisti diretti dell’americano Boeing 787 – ha subito messo le mani avanti difendendo la qualità delle proprie batterie. ”Le batterie agli ioni di litio sono una tecnologia utilizzata da vari costruttori d’aereo… ma possono provenire da fabbricanti diversi e avere concezioni diverse”, ha puntualizzato in una nota l’azienda europea.

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