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Boldrini vs Marchionne. Giorgio Airaudo: “Stop estremismi, anche della Fiom”

di Warsamé Dini Casali |5 Luglio 2013 18:24

Boldrini vs Marchionne. Giorgio Airaudo: “Stop estremismi, anche della Fiom”

ROMA – Boldrini vs Marchionne. Giorgio Airaudo: “Stop estremismi, anche della Fiom” . Nella controversia politico/istituzionale che ha messo di fronte il presidente della Camera Laura Boldrini e l’ad di Fiat Sergio Marchionne, spiccano, per equilibrio e volontà costruttiva, di Giorgio Airaudo, ex sindacalista Fiom e senatore di Sel. La vicenda è nota. Invitata dal presidente Fiat all’inaugurazione di impianti in Val di Sangro rinnovati e oggetto di nuovi ingenti investimenti il 28 giugno, giorno in cui riceveva alla Camera una delegazione Fiom reduce dallo sciopero nazionale, Laura Boldrini ha risposto ieri: non sarebbe venuta, per impegni precedenti, ma senza rinunciare a una stoccata verbale sul “gioco al ribasso del costo del lavoro” e ammonendo, in pratica, che i diritti sindacali si rispettano.

I giornali si sono divisi sull’argomento, chi lamentando lo scarso fair-play della terza carica dello Stato, chi esultando perché la questione dei diritti è stata assunta ai livelli politici più alti. A rimetterci, di sicuro, è lo stato delle relazioni industriali e il dialogo che non può non esserci con il più grande gruppo industriale italiano: vuoi per uno zelo degno di miglior causa per far fuori i nemici della Fiom, vuoi perché un arbitro super partes scende in campo e mira agli stinchi. E’ per questo che spicca la posizione dell’ex Fiom Airaudo, in nessun senso qualificabile come cerchiobottista, come si dice, ma, semplicemente equilibrata.

A sorpresa, proprio Airaudo, mantiene un profilo più basso, potremmo dire più istituzionale se non temessimo di offendere il presidente della Camera, attraverso considerazioni di buon senso e con la rinuncia a infierire contro Fiat forte degli autorevoli pareri di  Consulta e presidenza della Camera: “Torni la pace in fabbrica basta estremismi, anche della Fiom”, è il suo appello, riconoscendo, fatta salva la lealtà alla sua parte, di “sottovalutare gli estremismi della mia parte. Ma ci sono stati”. Nell’intervista a Paolo Ghisleri su Repubblica, Airaudo fa un vero e proprio appello perché “torni la pace nelle fabbriche”, e “basta estremismi, anche della Fiom”.

Se nella stesse pagine Paolo Ghisleri mette insieme la sentenza della Consulta e la lettera del presidente della Camera, Airaudo, con pragmatismo non segue questa linea, con Repubblica e Boldrini che fanno la figura di chi è più realista del re.

 

I due fatti si sommano casulagemente. L’invito della Fiat a Laura Boldrini a visitare Atessa è arrivato come risposta polemica al fatto che la Presidente aveva ricevuto una delegazione della Fiom al termine di una manifestazione. L’appuntamento del 9 luglio era pensato da tempo e la Fiat non aveva fatto inviti. Se voleva poteva invitarla con anticipo come aveva fatto con Monti a Melfi o Sacconi a Pomigliano. Poi, certo, la coincidenza con la sentenza della Corte Costituzionale ha finito per amplificare l’episodio

Poi, l’esperto sindacalista piemontese riesce anche a indicare un possibile percorso condiviso, sempre a partire dal riconoscere un principio di realtà.

E’ normale che nei rapporti tra Fiat e sindacati ci siano fasi negoziali e fasi conflittuali. Se la Fiat non vuole la divisione non c’è divisione nemmeno tra i sindacati. Ho sempre pensato che ci dovesse essere un ritorno alla contrattazione in Fiat. Questa possibilità c’è sempre. Ha bisogno di relazioni e di tempo. Con il supporto di una legge chiara sulla rappresentanza. In questi anni la politica ha abbandonato sia la Fiom che la Fiat. Magari alla Fiat conveniva. Ai lavoratori no. Penso che sia stato un errore. In questa vicenda gli estremismi hanno fanno solo danni e la politica non ha fatto il suo mestiere

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