I conguagli delle bollette sono sempre sorprese sgradite ai consumatori, c’è però una strategia utile da mettere in campo per evitarli.
I temuti conguagli in bolletta si presentano allorquando il fornitore di gas, di energia elettrica o di acqua effettua un ricalcolo dei consumi rispetto a quelli stimati nelle precedenti fatture.
Il risultato di tale riesame, nove volte su dieci, è svantaggioso per il consumatore: la bolletta si gonfia con importi inattesi ed elevati. Simili operazioni da parte dei fornitori sono del tutto lecite. Le aziende e le compagnie hanno sempre il diritto di operare un pareggio tra i consumi stimati e quelli effettivi.
E visto che succede spesso che i consumi effettivi siano superiori a quelli stimati, è molto facile che l’utente riceva bollette con alti conguagli, in cui gli si chiede di versare tutto l’importo dovuto. A quel punto, l’intestatario dell’utenza ha comunque la possibilità di difendersi. Può farlo con reclami, con la richiesta di programmi di rateizzazione oppure sfruttando l’istituto della prescrizione.
Laddove il consumo effettivo registrato dal fornitore appaia inverosimile per l’importo troppo alto richiesto in bolletta, l’utente ha per esempio il diritto di agire con un reclamo, contestando la fattura direttamente con l’azienda che l’ha prodotta e inviata o con l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). Quando poi non ci sono errori ma la bolletta di conguaglio è effettivamente molto alta, è anche possibile richiedere la rateizzazione dell’importo.
La strategia più utile per difendersi dai conguagli spropositati, spesse volte, è però un’altra. Parliamo della prescrizione. La legge italiana stabilisce infatti che per consumi di oltre un certo numero di mesi i fornitori non possono richiedere ai clienti alcun tipo di conguaglio.
E cosa significa questo? Fondamentalmente, che se il fornitore non ha fatturato in modo corretto ciò che in effetti è stato consumato entro il periodo stabilito dalla normativa, non può più richiedere il pagamento. La fattispecie vale per bollette della luce, dell’acqua e del gas.
Come non pagare più i conguagli nelle bollette: la legge tutela il consumatore
Le leggi vigenti dispongono che la prescrizione dei pagamenti vari a seconda del tipo di debito. Ci sono dunque debiti che decadono in dieci anni, debiti che possono definirsi estinti in cinque, in due o addirittura dopo un solo anno. E la prescrizione dei pagamenti e dei conguagli dovuti sulle bollette di gas, luce e acqua (senza alcuna differenza) avviene dopo ventiquattro mesi. Cioè in due anni.
Ma per non pagare più i conguagli delle bollette è comunque necessario seguire un’apposita procedura. Il decadimento del debito non scatta mai in automatico: deve essere il consumatore a chiedere la cancellazione del dovuto pagamento. Lo può fare presentando una contestazione formale, ovvero compilando l’apposito modulo che viene messo a disposizione degli utenti dalle diverse aziende che gestiscono le forniture.
Insieme alla richiesta di annullamento del debito è bene allegare tutte le bollette e i documenti opportune. Prove che dimostrano i pagamenti effettuati e le date di emissione delle fatture. Va aggiunto che per effetto della legge n. 205/2017, queste società di gestione delle utenze sono tenute a informare il consumatore della possibilità di fare riferimento alla prescrizione in contemporanea con l’emissione della bolletta.
Quindi con almeno una decina di giorni in anticipo rispetto alla scadenza dei termini di pagamento per poter risparmiare sui conguagli