Bond su misura per i clienti Usa: così il made in Italy trova il credito

ROMA – I marchi storici del made in Italy volano negli Stati Uniti per collocare bond in dollari. L’ultimo a farlo, scrive il Sole 24 Ore, è stato il leader del caffè Illy. Prima di lui Piaggio, Barilla e Luxottica.

Il motivo di tanta voglia di espatriare è che in Italia le imprese dipendono dal credito bancario per il 92% dei finanziamenti, e solo per l’8% dal mercato obbligazionario. In questo modo, spiega il Sole 24 Ore, le aziende italiane dipendono dal sistema creditizio più della media europea, dove il rapporto tra prestiti bancari e bond è dell’84% contro il 16%, e molto più della media Usa, dove il rapporto è 30% banca e 70% bond.

Questa stretta del credito da parte delle banche è diventata un problema per le imprese italiane, che non hanno quindi modo di avere liquidità.

Così chi ha potuto si è rivolto al mercato dei “private placement”: le aziende emettono bond “tagliati” su misura di uno o pochi investitori, che li acquistano senza che questi bond debbano passare sul mercato pubblico.

Così ha fatto Illy: ha raccolto 66 milioni di dollari con un bond che scade nel 2019, e che ha un tasso d’interesse del 4,61%. Inoltre negli Stati Uniti si riescono ad ottenere prestiti con scadenze molto più lunghe, anche a dieci anni.

 

 

 

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