ROMA – Gli 80 euro sono effettivamente arrivati nelle buste paga degli italiani. I dati dell’Istat fotografano anche per questo una spinta sul reddito delle famiglie, salito dell’1,8% tra luglio e settembre, cioè nel primo trimestre di pieno funzionamento del bonus deciso dal governo Renzi. La misura però, dicono sempre le statistiche, per il momento non sembra avere avuto impatti positivi sui consumi, rimasti fermi. Non sono stati sollecitati neppure dal calo dei prezzi. Anzi, con la deflazione, l’ammontare della spesa in euro è scesa invece che lievitare. Devono invece avere beneficiato dello sconto Irpef i risparmi, con la propensione a mettere da parte tornata ai massimi da cinque anni. Stesso record messo a segno dal potere d’acquisto.
Dati che “non sorprendono” il governo. Il premier Matteo Renzi sottolinea che i primi effetti si vedono, ma ammette anche che la mancanza di spesa è dovuta al timore del futuro. ”Oggi gli italiani vivono nella preoccupazione del futuro – ha spiegato il presidente del Consiglio – il messaggio che il futuro faccia paura è esattamente il nostro nemico. Oggi la sfida e’ coraggio contro paura. Io avrò successo se riusciremo a far capire innanzitutto a noi stessi che il domani non può esser visto con logica terrore. Ma abbiamo molte frecce nell’arco di chi vuole credere nel futuro”. Anche il Ministero dell’Economia è ottimista sull’impatto che si vedrà in futuro anche sulla spesa: ”le famiglie infatti – spiega in un’analisi sul proprio sito che ricorda la posizione più volte sostenuta dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan – tendono a ricostruire lo stock di risparmio intaccato durante la crisi prima di riprendere il livello adeguato di consumi e investimenti”. L’analisi sui bilanci familiari dell’Istat rileva quindi portafogli più pesanti, con il terzo trimestre capace di risollevare anche le sorti dei primi nove mesi del 2014 (+1,0%).
Ma per ora gli italiani si trattengono dallo shopping, preferendo aprire la cassaforte o andare in banca per depositare i denari in più. Con il reddito cresce anche la capacità di spesa (+1,9% rispetto al trimestre precedente). In questo caso la deflazione ha giocato in appoggio: i prezzi non hanno eroso i guadagni ma scendendo li hanno sostenuti. Le famiglie hanno però snobbato l’innalzamento del loro potere d’acquisto, con la spesa che segna una crescita ‘zero’ a livello congiunturale, mentre, sottolinea lo stesso Istat, su base annua registra un “lieve aumento”. Nei primi nove mesi del 2014 il rialzo dei consumi (+0,5%) copre solo la metà della risalita del reddito. Il resto è finito ‘sotto la coperta’. Gli italiani ridiventano ‘formiche’ e la propensione al risparmio (la quota dei guadagni accantonata) è schizzata al 10,8%, ai massimi dal 2009.
I commenti sono chiusi.