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Bonus bebè a rischio: potrebbe saltare nel 2018

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Bonus bebè a rischio: potrebbe saltare nel 2018

ROMA  –  Bonus bebè a rischio nel 2018. Il 10 novembre scade il termine per presentare gli emendamenti alla manovra, e il Parlamento molto probabilmente dovrà scegliere che cosa sacrificare tra bonus assunzioni per i giovani, aiuti ai pensionati con ritocchi alla cosiddetta quota 67 e, appunto il bonus per i neonati.

 

Lunedì 6 novembre il ministro Pier Carlo Padoan ne dovrebbe parlare all’Eurogruppo con Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, che la scorsa settimana gli hanno inviato una richiesta di chiarimenti sui numeri dell’aggiustamento strutturale.

Padoan comunque è fiducioso di incassare un via libera. Il bonus per i neonati, in mancanza di rifinanziamento, scade a fine anno ma, come noto, il dibattito politico si sta concentrando su altre priorità. “Non c’è spazio per tutto”, taglia corto una fonte di governo. Un segnale comunque dovrebbe esserci, almeno stando alla risposta del viceministro Enrico Morando al presidente del Comitato promotore del Family day Massimo Gandolfini, che ha accusato l’esecutivo di voler “colpire economicamente le famiglie”. “Non so se verrà ripristinato il ‘bonus bebè‘ in quanto tale, – diceva il viceministro – è certo che misure importanti a sostegno della famiglia e in particolare a quelle con bambini saranno uno degli argomenti su cui bisognerà concentrare l’attenzione”.

Un’attenzione che però ha un ‘peso’: circa 500 milioni nella versione attuale. Ma il tavolo parallelo sulle pensioni chiede altre risorse. Quindi il Governo dovrà scegliere considerando che intanto anche un altro confronto si scalda: i Comuni.

“La manovra del governo è negativa e regressiva per i Comuni – dice l’Anci (l’Associazione nazionale dei Comuni italiani – Gli spazi finanziari per le spese correnti sono insufficienti e a questo punto l’articolo 5 della Costituzione è pura teoria visto che prevede delle competenze senza però riconoscere le risorse necessarie”.

L’Anci punta il dito in particolare sulle risorse necessarie per l’adeguamento del contratto, “che peserà sui Sindaci per circa 300 milioni”. Ma anche in questo caso il Governo è preso tra due fuochi: o allentare sui Comuni o procedere, ad esempio, con i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego o con gli aiuti agli over 55 che perdono il lavoro.

Altro tema su cui si sta ragionando è la web tax. “E’ possibile che nel corso delle prossime settimane, nella discussione sulla manovra, si facciano passi in questa direzione che non pregiudicano l’armonizzazione comunitaria”, ha detto il premier Paolo Gentiloni al termine dello scorso vertice europeo.

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