Dal 2022, lo Stato ha raggruppato in un’unica misura denominata Assegno Unico Universale diversi bonus dedicati ai figli, pensati per supportare le famiglie nella gestione della prole dalla nascita fino al raggiungimento della maggiore età.
L’AUU si articola quindi come una misura universale che unifica e sostituisce tutte le precedenti forme di sostegno economico attive per le famiglie con figli a carico. Ciò non vuol dire che non siano in vigore altri bonus, sempre dedicati ai figli, cumulabili con l’Assegno Unico.
Si tratta spesso di misure finalizzare al contrasto dell’inverno demografico o dello spopolamento di Provincie e paesi periferici. Gli importi variano a seconda dei fondi stanziati, ma in molti casi superano il bonus percepibile con l’AUU (che varia in base all’ISEE e al numero di figli, con maggiorazioni per famiglie numerose o con figli disabili).
Una caratteristica importante dell’Assegno Unico è l’universalità: l’aiuto è accessibile a tutte le famiglie residenti in Italia, indipendentemente dal reddito. L’indicatore della situazione economica equivalente è tuttavia un paramento fondamentale per poter determinare il peso effettivo degli aiuti. Più una famiglia è numerosa e più è povera e maggiore sarà l’importo dell’assegno.
Un nuovo bonus da 600 euro viene però esteso a tutti, senza basarsi sull’ISEE. Si tratta di una misura regionale, introdotta per colmare il vuoto lasciato dal bonus bebè, uno degli aiuti che sono spariti con l’introduzione dell’AUU.
Il contributo in questione è rilasciato dalla Regione Sardegna in favore dei figli nati nel corso del 2024. La Regione ha stanziato una somma complessiva superiore ai 2,8 milioni di euro per poter provvedere all’erogazione di un contributo a tutti i nuovi nati di Comuni in cui si registrano fenomeni di spopolamento o di eccessivo invecchiamento della cittadinanza.
Il bonus è da 600 euro nel caso di primo figlio, mentre per i figli successivi al primo sono previsti 400 euro. Secondo quanto comunicato, l’aiuto viene erogato fino al compimento dei cinque anni. Così, considerando tutte e sessanta le mensilità, per il primo figlio la Regione è disposta a versale fino a 36.000 euro. Per i figli successivi si parla di entrate per 24.000 euro.
Tutti i Comuni interessati a promuovere l’iniziativa devono pubblicare un avviso con i dettagli sui termini e le modalità per la raccolta delle domande. Secondo quanto stabilito a livello regionale, infatti, le richieste dovranno sempre essere presentate direttamente all’ente locale interessato.
Il bonus decorre dalla data della nascita del figlio. Ma non solo: è possibile usufruirne anche a partire dalla data di trasferimento nel Comune per coloro che spostano la residenza. Uno scopo accessorio della misura è infatti quello attrarre nuove famiglie nei Comuni meno popolati dell’Isola.
Anche per questo il bonus per i figli sarà erogato indipendentemente dalla condizione reddituale della famiglia. Quindi senza presentazione dell’ISEE. I requisiti sono puramente anagrafici per i bimbi nati, adottati o in affido preadottivo. Dopodiché bisogna dimostrare di essere residenti in un Comune con meno di 5.000 abitanti.
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