ROMA – Bonus Renzi: 80 euro ma non per tutti. Sconto Irpef tra 600 e 1000 euro annui. Se verrà confermato il taglio Irpef promesso dal premier Matteo Renzi, che garantirà 80 euro al mese per i lavoratori dipendenti con un reddito annuo al di sotto dei 25.000 euro, questi beneficeranno di un vantaggio tra i 600 e i 1.000 euro all’anno. I conti sono dell’ufficio studi della Cgia che ha comparato, per gli anni 2013 e 2014, gli aumenti medi registrati dalle addizionali comunali e regionali Irpef in ciascuna regione e il risparmio di imposta legato all’aumento delle detrazioni da lavoro dipendente disposto dal Governo Letta e in previsione dal Governo Renzi.
“In questo confronto – afferma Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia – non abbiamo tenuto conto del probabile aggravio fiscale che le famiglie subiranno dall’introduzione della nuova tassa sui servizi indivisibili, ovvero la Tasi. Altresì, non abbiamo considerato l’effetto negativo, che varrà su tutti i 12 mesi di quest’anno, dovuto all’aumento dell’Iva scattato nell’ottobre scorso. Pertanto, è verosimile ipotizzare che il saldo positivo, dato dalla differenza tra l’appesantimento della busta paga voluto da Renzi e l’aumento delle addizionali Irpef, subirà un ridimensionamento. Chi, invece, presenta un reddito superiore ai 25.000 euro non potrà godere del taglio Irpef ipotizzato dal Governo, ma subirà solo l’aumento delle addizionali”.
Per Cgia il vantaggio fiscale per i lavoratori dipendenti al di sotto dei 25.000 euro non viene annullato, anzi rimane ancora rilevante. In particolare, il risparmio aumenta nelle prime fasce di reddito in quanto al minor versamento Irpef si aggiunge il fatto di non dovere pagare le addizionali. La normativa stabilisce che le addizionali sono dovute solo se si versa l’IRPEF; in questo caso l’aumento della detrazione annulla l’IRPEF e quindi questi contribuenti non pagheranno neppure le relative addizionali.
Per i rimanenti contribuenti che si collocano al di sotto dei 25.000 euro, gli eventuali incrementi che si registrano sono lievi anche perché la politica degli enti territoriali è quella di non gravare sulle fasce reddituali medio basse. Dalla Cgia infine ricordano che sono frequenti i casi di esonero dal pagamento dell’addizionale comunale al di sotto dei 15.000 euro, come pure la scelta fatta da molti Presidenti di Regione di non elevare le aliquote per queste fasce di reddito.
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