ROMA – Bonus Renzi 80 euro anche sotto 8mila lordi. Forse sconto Inps (no pensionati). “Sì, c’è una soluzione tecnica che riguarda gli incapienti. Quelli che ricevono meno di 25000 euro lordi l’anno (1500 netti) sono circa 10 milioni, con gli incapienti sono 14-15 milioni (10 più 4 di incapienti)”: è lo stesso Matteo Renzi ad annunciare l’estensione del bonus da 80 euro mensili per la fascia esclusa di lavoratori dipendenti ed assimilati, spesso titolari di contratti flessibili e discontinui come i co.co.co sotto gli 8mila euro lordi. Cioè coloro i cui redditi troppo bassi e zero Irpef che rimarrebbero esclusi dagli sconti Irpef appunto (nulla è previsto invece per i pensionati di quella fascia).
Renzi non ha potuto dire di più, cioè come in concreto si attuerà la misura: ci sono solo tre settimane per approntare le modifiche per aggiornare i sostituti d’imposta e consentire al bonus di entrare in busta paga già da maggio. Per scoprire tutto bisognerà attendere ancora 10 giorni. Il percorso messo a punto da Pier Carlo Padoan è delineato e si concretizzerà (per la parte fiscale) il prossimo 18 aprile quando il Cdm varerà un decreto ad hoc.
Che tipo di bonus? La definizione delle modalità tecniche di erogazione è la parte più complicata, oltre alla necessità di trovare un miliardo di coperture supplementari. Miliardo che potrebbe anche non servire se si deciderà per una diversa rimodulazione del sistema delle detrazioni all’interno delle fasce di reddito ((0-8mila; 8.001-28mila; 28.001-55mila), lasciando inalterata solo l’entità del bonus a 80 euro concentrata sui primi due scalini. Sembra scartata l’introduzione di una imposta negativa di ammontare pari alle detrazioni non godute per chi non può attualmente accedervi.
Il bonus potrebbe invece (è un’ipotesi in campo) essere anticipato dal datore di lavoro che lo recupererebbe a sua volta sotto forma di credito di imposta. Un’altra soluzione potrebbe derivare dal taglio dei contributi Inps, comunque versati anche da chi è nella no tax area, o del contributo diretto pagato sempre dall’Inps.
L’operazione sugli incapienti, tra l’altro, rischia di richiedere una verifica caso per caso delle situazioni in cui l’imposta rischia di essere “superata” dalle detrazioni per lavoro dipendente. L’alternativa più semplice – ma probabilmente non in linea con l’intenzione dell’Esecutivo di rendere immediatamente spendibile l’aumento – potrebbe essere quella di un ragguaglio a fine anno con gli incapienti che potrebbero, però, sfruttare il bonus con un differimento temporale. (Giovanni Parente, Gianni Trovati, Il Sole 24 Ore)
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